Si allarga e si approfondisce l’inchiesta su Marie Terese Mukamitsindo, la suocera di Aboubakar Soumahoro. Anche Liliane Murekatete, moglie del deputato eletto con Alleanza Sinistra e Verdi, è stata iscritta nel registro degli indagati insieme ad altre quattro persone, tra cui due fratellastri. Per il Gip sarebbero tutti coinvolti in una serie di fatture false e altri reati tributari commessi tra il 2015 e il 2019 nell’ambito della gestione dei centri di accoglienza per migranti. Per questo il giudice ha disposto il sequestro preventivo «del profitto del reato»: 13mila euro a Murekatete e 639mila a Mukamitsindo.

La cooperativa Karibù, di cui la madre era presidente e del cui Cda la figlia ha fatto parte per diverso tempo, è stata commissariata dal Viminale e sottoposta al divieto di contrattare, per un anno, con la pubblica amministrazione. Secondo il Gip sarebbe stato costruito un «collaudato sistema fraudolento» su base familiare che, anche attraverso l’utilizzo del Consorzio Aid e della Jambo, avrebbe poi inciso sulle condizioni di accoglienza dei migranti e sulle mancate retribuzioni dei lavoratori.

Murekatete ha respinto ogni accusa dichiarandosi «totalmente estranea ai fatti». «Che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13 mila euro», ha aggiunto l’avvocato Lorenzo Borrè. In un lungo post su Facebook Aboubakar Soumahoro ha ribadito di non essere coinvolto in alcun modo nelle indagini e di essere convinto che la moglie proverà la sua innnocenza. Soumahoro ha anche parlato di macchina del fango funzionale ad associargli reati con cui lui non c’entra nulla.

Intanto nella prefettura di Latina è partito il tavolo tecnico con i sindacati, a cui partecipa la Uiltucs. In ballo c’è il destino di 40 lavoratori di Karibu e Consorzio Aid che vantano retribuzioni arretrate per 480mila euro e al momento sono rimasti disoccupati.