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Il rimpasto alla romana diventa un caso in Avs

Il rimpasto alla romana diventa un caso in Avs

Roma Polemiche a sinistra, la nomina di Smeriglio assessore alla cultura fa esplodere nodi irrisolti nei rossoverdi

Pubblicato circa 5 ore faEdizione del 17 ottobre 2024

Il rimpasto nella giunta Gualtieri diventa un caso politico a sinistra. È una vicenda per certi versi emblematica, che parla anche alla politica nazionale perché riguarda il rapporto tra politica e territori, tra partiti ed eletti e tra nessi amministrativi e processi sociali.

I fatti sono noti. Nei giorni scorsi l’assessore alla cultura Miguel Gotor, scelto dal sindaco al momento di varare la sua squadra, ha fatto un passo indietro. Al suo posto viene chiamato Massimiliano Smeriglio, già presidente del municipio VIII, vicepresidente della Regione Lazio e parlamentare europeo. Smeriglio è uno degli animatori dell’esperienza di Sinistra civica ecologista, soggetto che riunisce diversi amministratori a Roma, nel Lazio e in alcune zone d’Italia e che più di un anno lavora con Sinistra italiana e Avs, nelle cui liste Smeriglio è stato candidato (non eletto) alle scorse elezioni europee. Sce a Roma esprime due consiglieri comunali, che assieme al verde Nando Bonessio costituiscono l’ala sinistra della maggioranza che sostiene Gualtieri.

Chi segue le vicende dei rapporti a sinistra sa che Sce (cui aderiscono anche eletti a Napoli, Genova, Milano e Cagliari) è in attesa da tempo di entrare in Sinistra italiana.
Ma proprio dentro Avs emergono malumori dopo la nomina di Smeriglio. I primi a manifestarli sono gli esponenti di Europa Verde. «Non vi è stata alcuna partecipazione politica di Alleanza Verdi Sinistra – affermano – Non vi è nessun rappresentante di Avs in giunta, non vi è stata alcuna interlocuzione con Gualtieri né su questo argomento né su questioni programmatiche fondamentali come l’inceneritore di Santa Palomba». Gualtieri risponde direttamente: «Gli assessori li scelgo io, non rispondo a logiche di partito o di corrente».

I verdi vanno oltre. Dicono che «gli esponenti e gli eletti di Sinistra civica ecologista nel Comune di Roma, nel consiglio metropolitano e nei municipi non hanno alcun titolo per utilizzare sigla, nome e simbolo di Avs». Poi la chiosa, gelida: «Siamo sempre più convinti che, al netto dei rimpasti di giunta, la priorità sia quella di aprire immediatamente un grande dibattito tra le forze progressiste, ecologiste e democratiche, le associazioni ed i comitati della città per ragionare insieme sul futuro di Roma». Torna alla mente il duro attacco che l’ex sindaco di Roma e attuale parlamentare europeo Ignazio Marino aveva rivolto a Gualtieri e alla sua amministrazione. Tanto più che anche la nuova carica di Smeriglio ha spiazzato anche i dirigenti romani di Sinistra italiana, l’altra parte di Avs. L’accusa è che Smeriglio badi più alle geometrie del partito di maggioranza relativa che alle esigenze della sua parte politica. E che si sia messo in scia della tela tessuta da Goffredo Bettini.

Va detto che restano a bocca asciutta anche gli schleiniani del Pd romano, che da tempo tengono d’occhio la giunta per un riequilibrio che risponda alle mutate condizioni del Nazareno (e qui si capisce come entri in gioco il rapporto non proprio lineare tra il nuovo corso della segretaria dem e gli equilibri nei territori). Smeriglio risponde parlando con Repubblica: «Io non sono un militante del Pd, sono un indipendente di sinistra che si prodiga per il campo largo». L’unico modo per uscirne, appunto, è inserire la querelle nella complicata relazione tra sinistra e società. La destra intanto attacca Smeriglio per le sue origini politiche nei movimenti e nella Roma dei centri sociali, che l’altro giorno ha citato come interlocutori nel suo messaggio social di insediamento.

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