All’alba di questa mattina, dopo quasi 15 ore di ricerche, sono stati scoperti i rottami carbonizzati dell’elicottero precipitato che trasportava alti funzionari iraniani. Lo schianto è avvenuto nella regione di Aras, a circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale iraniana, Teheran. Nell’incidente hanno perso la vita il presidente Ebrahim Raisi, il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e altri sei passeggeri.

Le prime notizie della scomparsa dell’elicottero presidenziale sono state pubblicate dai media locali ieri, domenica, intorno alle quattro del pomeriggio ora locale. Prima dello schianto, il presidente iraniano si era recato al confine nordoccidentale dell’Iran con l’Azerbaigian per inaugurare un progetto di diga insieme al presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, segno del rafforzamento delle relazioni diplomatiche.

Fin dalle prime ore, sono state impegnate almeno 65 squadre di soccorso della Mezzaluna Rossa iraniana, squadre dell’esercito regolare e il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie nelle operazioni di ricerca. Ore dopo, Kolivand, capo della Mezzaluna Rossa, ha dichiarato che la fitta nebbia, il maltempo e il terreno impraticabile stavano ostacolando i progressi delle squadre di soccorso. I video trasmessi dalla televisione di stato mostravano le squadre di soccorso che attraversavano la zona sotto la pioggia e la nebbia.

Iran, i resti dell'elicottero precipitato. A bordo c'era il presidente Raisi - EPA/Iranian state TV
Iran, i resti dell’elicottero precipitato. A bordo c’era il presidente Raisi – EPA/Iranian state TV

Secondo un post su Twitter del commissario europeo, Janez Lenarcic, il satellite Copernicus dell’UE è stato attivato per localizzare l’elicottero in risposta a una richiesta iraniana. Nelle prime ore di lunedì, un drone da ricognizione turco, Akinci, si è unito alle operazioni di soccorso e ha individuato una fonte di calore in una zona remota vicino al confine con l’Azerbaigian, consentendo alle squadre di soccorso di raggiungere il luogo dello schianto.

Non è ancora chiaro il motivo per cui l’elicottero abbia ricevuto il via libera al decollo, considerate le cattive condizioni meteorologiche nella zona montuosa.

Poche ore dopo l’incidente dell’elicottero presidenziale, il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha esortato la nazione a “non preoccuparsi” e ha assicurato agli iraniani che “non ci saranno sconvolgimenti negli affari del paese”. L’alto funzionario ha inoltre dichiarato di aver “fatto le raccomandazioni necessarie” alle autorità per garantire il regolare svolgimento degli affari governativi.

Il popolo iraniano in preghiera per Raisi a Teheran (EPA/ABEDIN TAHERKENAREH)
Il popolo iraniano in preghiera per Raisi a Teheran (EPA/ABEDIN TAHERKENAREH)

La vicenda ha dominato i media iraniani per diverse ore con una serie di notizie contrastanti. Non sono mancati clamorosi errori di comunicazione. Mohsen Mansouri, vicepresidente esecutivo del presidente, in un’intervista ha affermato poche ore dopo l’incidente che uno dei passeggeri dell’elicottero e l’equipaggio di volo erano stati contattati, suggerendo che la gravità dell’incidente non fosse eccessiva. Tuttavia, da quanto è emerso successivamente, tale dichiarazione è risultata palesemente falsa.

Il commentatore conservatore Foad Izadi sul canale di notizie IRINN ha suggerito che non si dovrebbe ignorare la possibilità di un possibile gioco sporco da parte di Israele. Izadi ha dichiarato che, sebbene le cattive condizioni meteorologiche e i problemi tecnici possano essere le cause più probabili, la presenza israeliana nelle vicinanze dell’Azerbaigian è motivo di preoccupazione e dovrebbe essere “studiata attentamente”.

Nel frattempo, tre poliziotti sono stati uccisi in uno scontro a fuoco in un quartiere occidentale di Teheran, e si è diffusa la notizia dell’uccisione del capo della polizia di Teheran. Mentre la prima notizia è stata confermata, la seconda si è rivelata falsa.

Il procuratore di Teheran ha avvertito i membri dei media di evitare di diffondere notizie false che potrebbero agitare l’opinione pubblica.

Teheran si è svegliata questa mattina apparentemente calma dopo aver appreso la notizia della morte del presidente Raisi e del ministro degli Affari Esteri. Così finisce l’era dell’ottavo presidente ultraconservatore, potenziale successore del leader supremo della Repubblica Islamica, in carica dal 2021.