Il giudice per le indagini preliminari ha disposto misure cautelari nei confronti di Marie Terese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo nell’ambito di una nuova inchiesta sulla malagestione di diversi centri di accoglienza in provincia di Latina da parte della cooperativa Karibu. Le due donne si trovano agli arresti domiciliari. Per l’uomo scatta l’obbligo di dimora. Si tratta rispettivamente di moglie, suocera e cognato del deputato Aboubakar Soumahoro, che non è indagato. Respinte le analoghe richieste dei pm per Richard Mutangana, attualmente residente all’estero. I reati contestati sono frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e auto-riciclaggio.

OLTRE ALLA KARIBU, di cui Mukamitsindo era presidente, sono coinvolti anche Consorzio Aid e Jambo Africa che gli inquirenti ritengono «strutture satelliti». Disposto, ma ancora da realizzare, il sequestro ai fini di confisca di beni per un valore che sfiora i due milioni di euro. Nelle carte si parla di «gravi e reiterati inadempimenti» alle condizioni dei contratti previste dalle convenzioni con gli enti pubblici. Secondo il giudice si tratta di «condotte volontarie e consapevoli» con l’obiettivo di abbassare i costi di gestione dei centri. In questo modo gli indagati avrebbero avuto a disposizione grosse somme di denaro che erano vincolate alla fornitura di servizi e accoglienza, ma sarebbero state usate per fini privati o trasferite all’estero. Questo meccanismo avrebbe prodotto il deterioramento delle condizioni di vita nei centri per richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati. In un comunicato stampa diffuso dal tribunale di Latina si legge che le ispezioni condotte da prefettura, Asl e vigili del fuoco di Latina nelle strutture della Karibu hanno rilevato «gravissime criticità» tali «da far vivere gli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità». In particolare: alloggi sovraffollati e fatiscenti; pessime condizioni igieniche; carenze nel riscaldamento e nell’erogazione dell’acqua calda; insufficienza di cibo e vestiario.

«COME PER IL PRIMO procedimento confido di poter dimostrare l’estraneità della signora Murekatete da attività o responsabilità relative alla contestata carica di componente del consiglio di amministrazione», afferma Lorenzo Borrè, il legale della moglie di Soumahoro. La linea difensiva è dunque dimostrare l’estraneità al Cda della cooperativa. La partecipazione all’organismo, infatti, determina una responsabilità oggettiva nelle condotte irregolari. Da parte sua Soumahoro ha dichiarato: «Come ribadito fin dall’inizio con le indagini concluse dalla procura di Latina non c’entravo e non c’entro nulla. Non risulto né coinvolto, né indagato». Il deputato si dice fiducioso del fatto che la sua compagna riuscirà a dimostrare di essere innocente.

LA VICENDA, però, oltre a un versante giudiziario ne ha anche uno politico. A sinistra la prima inchiesta aveva portato a uno scontro tra Soumahoro e i leader dell’Alleanza verdi sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che lamentavano poca comunicazione e scarsa chiarezza. Così a gennaio scorso il deputato ha lasciato il gruppo parlamentare della formazione con cui era stato eletto per entrare nel Misto. A destra, invece, è ripartito il coro dei «Sono garantista ma…». «Gli sviluppi dell’inchiesta Karibu e le dure accuse dei pm sono inquietanti. Fermo restando la presunzione di innocenza, è incredibile che la sinistra e alcune delle sue trasmissioni tv avessero scelto Soumahoro come testimonial delle loro battaglie», ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega). Sebbene dentro e intorno al suo partito non siano certo mancate le inchieste, anche pesanti.

MAURIZIO Gasparri (Forza Italia) afferma: «Ovviamente garantisti per tutti sempre, attendiamo gli sviluppi della vicenda Soumahoro e dintorni. Ci meraviglia la tempistica di questi arresti di moglie e suocera del deputato». Per il senatore sarebbero arrivati tardi lasciando mano libera agli indagati. Ma forse non aveva ancora chiaro che si tratta di un secondo filone di inchiesta. Per il quale entro dieci giorni si terrà l’interrogatorio di garanzia sulle misure cautelari. Rispetto al primo, invece, il 3 novembre è fissata l’udienza preliminare.