Quando i vigili del fuoco sono finalmente riusciti a domare le fiamme hanno visto il corpo incastrato tra le lamiere affumicate di due baracche completamente distrutte dal fuoco.

Joof Yusupha, 35 anni, bracciante agricolo originario del Gambia non ce l’ha fatta a fuggire quando le fiamme sono divampate tra le lamiere delle due abitazioni di fortuna del ghetto di «Torre Antonacci», un groviglio di baracche tirate su alla meglio in provincia di Foggia.

L’incendio è scoppiato nella notte tra domenica e lunedì per cause ancora da accertare e si è subito mangiato quelle lamiere miste a legno dove vivevano i migranti.

Quando è scattato l’allarme e prima che i pompieri arrivassero, l’intera comunità di migranti, alcune centinaia di persone che lavorano nelle campagne del Foggiano, si è mobilitata per spegnere il rogo.

Yusupha è solo l’ultima vittima del degrado in cui da troppo tempo si trova questo ghetto, all’interno del quale negli ultimi dieci anni si sono sviluppati almeno una decina di incendi. Nel 2017 le fiamme distrussero un centinaio di baracche uccidendo due cittadini maliani di 30.

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Quell’area è stata oggetto di sgombero da parte della Regione Puglia quando era nota come Gran ghetto di Rignano, ma attorno alle case mobili fornite dall’ente sono tornate in poco tempo baracche in legno e lamiere», hanno ricordato ieri Pino Gesmundo e Maurizio Carmerio, segretari generali di Cgil Puglia e Cgil Foggia.

Nel Pnrr sono previsti 100 milioni di euro per interventi mirati a superare i ghetti d i quei soldi 28 milioni sono destinati proprio al Comune di San Severo per l’insediamento di Torretta Antonacci. Finora, però, nessun intervento sarebbe stato avviato.

«Siamo stati convocati il 5 luglio dalla regione Puglia – hanno proseguito i due sindacalisti -ma intanto sono passati tre nemesi dall’emanazione della misura deliberata dal ministero del Lavoro e, a nostro avviso, occorre un’accelerata, non possiamo tollerare altre morti al netto delle condizioni di invivibilità in questa stagione contrassegnata da temperature altissime».

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Da parte sua anche il governatore Michele Emiliano chiede al governo di intervenire per superare la più presto l’emergenza ghetti. «La Regione Puglia – ha detto Emiliano -ha sperimentato e attuato soluzioni efficaci, ha fatto nascere foresterie e percorsi di integrazione per restituire dignità all’accoglienza. Il dovere di tutti i livelli istituzionali è superare definitivamente la prospettiva dei ghetti, per questo la governo centrale chiediamo di non lasciarci soli».

Coldiretti Puglia, infine, chiede che i migranti vengano tirati fuori dalla condizione di invisibilità in cui sono costretti a vivere garantendo loro «condizioni di vita dignitose, dai servizi ala persona all’assistenza fiscale, dal trasporto garantito per raggiungere i luoghi di lavoro alla consulenza per le buste paga».

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Errata Corrige

Rettifica

Nell’esprimere profondo e sincero cordoglio per la dipartita del giovane Yusupha Joof, l’Amministrazione del Comune di Rignano Garganico, da sempre sensibile alle tematiche inerenti alla tutela dei diritti dei più deboli, rileva l’erronea collocazione geografica del cd. Gran Ghetto, impropriamente accostato dalla stampa italiana al Comune di Rignano Garganico.

In verità, tale insediamento abitativo risulta essere ubicato nel Comune di San Severo.

Tale specificazione, si rende necessaria al fine di tutelare l’immagine del Comune di Rignano Garganico, il quale risulta privo dei necessari poteri per l’intervento sull’area in questione.

Con l’auspicio che la Politica – nazionale e locale – possa trovare, nell’immediato, adeguate soluzioni volte a restituire dignità abitativa a tutti gli esseri umani che, per motivi lavorativi, sono costretti a vivere in situazioni inumani e degradanti.

Cordialmente,

l’Amministrazione Comunale

Comune di Rignano Garganico