Lunedì scorso la Regione Toscana ha deliberato lo stato di calamità regionale per gli incendi che hanno colpito il territorio, tra Massarosa e Camaiore, Vecchiano, Cinigiano, Certaldo, San Gimignano, Firenze e Lastra a Signa. È una risposta che permetterà, forse, a chi ha subito danni di accedere alle domande di rimborso, risposte contingenti di fronte a un problema strutturale: l’Italia va letteralmente in fumo.

Dal Nord al sud della Penisola, come ogni estate è emergenza incendi: purtroppo, si tratta di roghi spesso di natura dolosa e criminale, appiccati per fini speculativi, o per ripicche tra privati o verso la pubblica amministrazione. Ad aggravare il tutto la crisi climatica, il caldo torrido e l’emergenza siccità. Secondo l’European Forest Fire Information System (Effis), sono già 26.270 gli ettari bruciati dal 1° gennaio al 15 luglio 2022, mentre ben 32.921 sono gli interventi registrati ed effettuati, dal 15 giugno al 15 luglio, dai Vigili del Fuoco per incendi boschivi, nelle aree urbane e rurali (più 4.040 rispetto allo stesso periodo del 2021).

Ancora più preoccupanti, poi, sono i dati del nuovo report «Italia in fumo» realizzato da Legambiente che, anticipando i dati Ecomafia 2022 e analizzando i dati satellitari dell’Effis, fa il punto sul patrimonio – boschivo e non – bruciato nel 2021 e negli ultimi 14 anni, dal 2008 al 2021. Lo scorso anno ben 159.437 ettari sono stati devastati dalle fiamme (+ 154,8% sul 2020). Sono in aumento anche i reati legati al fenomeno, che tra incendi dolosi, colposi e generici sono 5.385 (+27,2% rispetto al 2020), mentre il numero delle persone denunciate – 658, + 19,2% – continua ad essere sottodimensionato rispetto ai reati, così come i sequestri: 107, con un +35,4% rispetto al 2020. A confermare le grandi difficoltà che ancora si incontrano nell’individuazione dei responsabili dei roghi, il dato relativo agli arresti: appena 16, due in meno del 2020.

A preoccupare è anche il dato complessivo degli ultimi 14 anni, frutto dell’elaborazione di Legambiente dei dati Effis dal 2008 al 2021: la superficie complessiva di territorio incenerito, a causa di ben 5.298 incendi, è pari a oltre 723.924 ettari, un’area grande quasi quanto l’intera regione Umbria che ha interessato il territorio di almeno 1.296 Comuni, corrispondenti al 16,39% dei comuni italiani, distribuiti in 19 tra Regioni e Province autonome.

Sicilia, Calabria, Campania, Sardegna, Lazio e Puglia sono i territori da presidiare con maggiore efficacia durante tutto l’anno rafforzando le attività investigative per prevenire i rischi e accertare le responsabilità. Nel 2021, stando al report dell’associazione ambientalista, la Sicilia resta la regione più colpita sia come numero di reati (993), che come ettari attraversati dalle fiamme (81.590, il 51,3% del totale nazionale), seguita da Calabria (674 reati e 35.480 ettari inceneriti), Puglia (601 reati e 3.660 ettari colpiti) e Campania (553 reati e 5.564 ettari in fiamme). Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa si concentra il 52,4% dei reati e il 79,1% delle superficie andata in fiamme. Usando solo il parametro delle aree attraversato dal fuoco, spiccano il terzo posto della Sardegna, con 19.228 ettari, e la quarta posizione del Lazio (6.854 ettari).

Ad essere in pericolo sono soprattutto quelli che Legambiente definisce i «gioielli del Paese», cioè le aree protette del Paese e i siti che fanno parte della Rete natura 2000. L’azione criminale insiste, nel tempo, su aree geografiche ben delimitate e proprio in queste aree di pregio più di qualcosa non ha funzionato nelle azioni di prevenzione, contrasto e lotta attiva agli incendi. Così nei 14 anni tra il 2008 e il 2021, all’interno dei 2.310 siti Natura 2000 italiani con superficie superiore ai 30 ettari, sono avvenuti 2.078 incendi, che hanno mandato in fumo circa 250 mila ettari.

Nello stesso periodo 950 incendi hanno interessato il territorio di 118 aree protette, bruciando una superficie di oltre 107.670 ettari. La Sicilia è la regione più colpita. Da sola rappresenta, nei 14 anni analizzati, oltre il 40% del totale della superficie percorsa dal fuoco all’interno di 38 differenti aree protette.