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«Incaricati da Guaidó: 100mila dollari per rapire Maduro e portarlo negli Usa»

«Incaricati da Guaidó: 100mila dollari per rapire Maduro e portarlo negli Usa»Luke Alexander Denman con in mano il contratto firmato da Guaidò

Venezuela In un video uno dei due americani arrestati dopo il tentativo di una seconda Baia dei Porci venezuelana racconta i dettagli del piano fallito. E indica in Trump il potenziale mandante. Pompeo nega ma minaccia Caracas 

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 8 maggio 2020

L’Operazione Gedeone, come è stata battezzata dai suoi organizzatori la tentata invasione paramilitare sulle coste venezuelane del 3 e del 4 maggio, si arricchisce di nuovi dettagli. A fornirli è stato, in particolare, uno dei due contractor statunitensi arrestati, Luke Alexander Denman, che in un lungo video diffuso dall’emittente statale venezuelana VTV spiega quale fosse l’obiettivo del piano: sequestrare il presidente Maduro e condurlo negli Stati uniti.

Nella sua deposizione, l’ex marine ammette di aver partecipato insieme ad Airan Berry, l’altro ex berretto verde catturato dalle forze militari venezuelane, all’addestramento di 60-70 persone in un accampamento in Colombia, su incarico del titolare dell’impresa di sicurezza Usa SilverCorp, Jordan Goudreau, già riconosciuto come uomo chiave dell’operazione. Proprio Goudreau – che secondo Denman risponderebbe direttamente a Trump – avrebbe incaricato lui e Berry di assumere il controllo dell’aeroporto di Maiquetía, da cui sarebbe dovuto partire l’aereo con Maduro a bordo diretto negli Usa.

Imperturbabile, Denman afferma anche di conoscere il contratto – di cui la giornalista Patricia Poleo ha diffuso alcune pagine – firmato da Goudreau, Juan Guaidó e due suoi rappresentanti (Juan José Rendón e Sergio Vergara) e noti narcotrafficanti colombiani allo scopo di rovesciare il governo bolivariano, aggiungendo che vi erano anche specificati i suoi compiti.

«Perché Donald Trump vuole attaccare il Venezuela?», gli chiede la voce fuori campo. E Denman risponde: «Non lo so», spiegando poi di aver preso parte all’operazione pensando di sostenere la causa venezuelana, peraltro dietro un compenso tra i 50mila e i 100mila dollari.

E, sempre senza scomporsi, alla domanda su come avrebbe reagito se fosse stato un gruppo di venezuelani a tentare un incursione armata negli Stati uniti per sequestrare o assassinare il presidente, risponde: «Non mi piacerebbe. Significherebbe una dichiarazione di guerra».

A negare qualsiasi partecipazione statunitense è stato invece il segretario di Stato Usa Mike Pompeo che, consultato al riguardo durante una conferenza stampa, ha dichiarato, senza fornire ulteriori precisazioni: «Se fossimo stati coinvolti, sarebbe stato diverso». Ma ha aggiunto che il suo paese «farà il possibile» per ottenere il rimpatrio dei due cittadini arrestati in Venezuela: «Se il regime di Maduro decide di trattenerli, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per cercare di riportarli a casa».

«Impossibile che Trump non sapesse quanto avvenuto questo fine settimana in Venezuela», ha ribattuto Maduro in una conferenza stampa virtuale centrata sulla fallita operazione, che ha ricordato a tutti l’invasione della Baia dei Porci, o, come la chiamano in America Latina, di Playa Girón: «Mike Pompeo ha detto che gli Usa non hanno avuto una partecipazione diretta. Vuol dire che l’hanno avuta indiretta?». E ha annunciato quattro nuovi arresti, per un totale provvisorio di 17, il presidente ha avuto modo anche di evidenziare la solidità dell’unione civico-militare venezuelana.

Grande risalto, non a caso, ha ricevuto la notizia che la seconda incursione mercenaria del 4 maggio sulla costa di Chuao, nello Stato di Aragua – seguita a quella del giorno prima a Macuto, nello Stato settentrionale di La Guaira, che si era conclusa con otto mercenari morti e due arrestati – è stata neutralizzata grazie allo sforzo congiunto di pescatori locali, polizia regionale e la Forza armata nazionale bolivariana.

Sono stati infatti proprio i pescatori i primi ad avvistare l’imbarcazione e a dare l’allarme, consentendo la cattura di otto terroristi, tra cui l’ex capitano Antonio Sequea Torres, il fratello di quest’ultimo Juvenal Sequea Torres e Adolfo Baduel, il figlio dell’ex generale Raúl Isaías Baduel, oltre ai due cittadini statunitensi.

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