In tutte le stazioni del Po è già «siccità estrema»
A secco L’assessore lombardo Sertori lancia l’allarme: «All’appello mancano 2 milioni di metri cubi di acqua che servono per la stagione irrigua». Anche i grandi laghi non hanno subito variazioni significative. Mentre il rapporto annuale di Copernicus registra che il 2022 è stato il più secco in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche (cioè dalla seconda metà dell’800)
A secco L’assessore lombardo Sertori lancia l’allarme: «All’appello mancano 2 milioni di metri cubi di acqua che servono per la stagione irrigua». Anche i grandi laghi non hanno subito variazioni significative. Mentre il rapporto annuale di Copernicus registra che il 2022 è stato il più secco in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche (cioè dalla seconda metà dell’800)
Ci siamo: sul Po è già «siccità estrema». Nonostante l’ondata di maltempo delle ultime ore, che ha portato pioggia anche nell’area padana e neve sull’arco alpino, lo scenario nell’area distrettuale del fiume Po non cambia le sue caratteristiche e conferma il prolungato stato di emergenza nell’intero bacino. È quanto spiega il bollettino sullo stato idrologico del fiume più lungo d’Italia, aggiornato al 19 aprile.
La scorsa settimana, in occasione della seduta presso l’Autorità Distrettuale del Fiume Po, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici aveva proiettato valori di portata, nelle stazioni monitorate, di siccità severa o estrema, a distanza di soli sette giorni dall’incontro tra istituzioni e portatori di interesse tutte le stazioni sono nella condizione più severa: dopo un timido innalzamento nei giorni immediatamente successivi alla riunione di Parma, infatti, le portate del Po sono risultate in discesa costante e anche i grandi laghi non hanno subito variazioni significative: la quota di riempimento del Lago di Garda risulta in prossimità dei minimi storici dal 1953.
Gli altri: Lago Maggiore al 43,8%; Lago di Como al 23,5%; Lago d’Iseo 34,3%; Lago d’Idro al 47,5%. Nel dettaglio degli aggiornamenti si osserva come, nell’ultimo mese, tutte le sezioni principali del fiume Po registrino valori di portata inferiori a quelli osservati lo scorso anno nel medesimo periodo, con condizioni idrologiche – vale ripetersi – di «siccità estrema» e valori di portata media giornaliera che risultano inferiori a quelli definiti di magra in particolare nelle sezioni di Piacenza (185 mc/s), Cremona (260 mc/s) e Pontelagoscuro (380 mc/s). Nei prossimi giorni non ci saranno variazioni significative.
Ieri l’assessore lombardo agli Enti locali, Montagna e Utilizzo risorsa idrica, Massimo Sertori, ha preso parte a un incontro con i presidenti delle Province lombarde al termine del quale non ha negato una forte preoccupazione: «All’appello mancano 2 milioni di metri cubi di acqua che servono per la stagione irrigua. Stiamo cercando di caricare i laghi in prospettiva della stagione irrigua. Stiamo cercando di utilizzare al meglio la pochissima acqua che c’è. Andiamo incontro ad una stagione che se non ci sono piogge importanti si profila come quella dell’anno scorso, quindi con grossissime difficoltà».
Del resto, quella che stiamo vivendo non è un’emergenza ma una delle conseguenze dei cambiamenti climatici che anno dopo anno mostrano effetti più devastanti per le nostre vite. Ieri è stato pubblicato anche il rapporto annuale di Copernicus, il servizio Ue di osservazione della Terra, European State of the Climate 2022. Lo scorso anno è stato il più secco in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche (cioè dalla seconda metà dell’800). È al primo posto per estensione delle aree colpite dalla siccità, al secondo posto per riduzione della portata dei fiumi. Il 63% dei corsi d’acqua l’anno scorso è stato al di sotto della media 1991-2020: è stato il sesto anno consecutivo di portate sotto la media per i corsi d’acqua del continente.
Le condizioni estreme sono iniziate nell’inverno 2021-2022, quando gran parte dell’Europa ha avuto meno giorni di neve della media, in molte regioni il manto è stato presente per meno di 30 giorni. In primavera, poi, le precipitazioni sono state sotto la media, con il maggio meno piovoso della storia. La mancanza di neve invernale e l’estate calda hanno portato a una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, più di 5 km2. La scarsità di piogge è continuata nell’estate, con ondate di calore eccezionali, che hanno portato a siccità estesa e prolungata.
Secondo Copernicus, il Sud dell’Europa ha avuto il numero più alto mai registrato di giorni con «stress termico molto forte», trend in crescita in tutta Europa. Il rapporto offre anche uno spaccato delle temperature medie in Europa, che negli ultimi 5 anni, dal 2018 al 2022, sono state invece di 2,2 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali 1850-1900. Ben oltre gli obiettivi definiti nell’Accordo di Parigi. E più fa caldo, più velocemente l’acqua evapora.
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