In tre giorni bruciata un’area pari a 44mila campi di calcio

L’Italia va in fumo: dal 25 al 27 luglio, sono bruciati ben 31.078 ettari di vegetazione, una superficie pari a oltre 44mila campi da calcio. Dall’inizio dell’anno, complessivamente, gli incendi hanno interessato un’area pari 51.386 ettari, oltre l’80% dei quali in Sicilia (con 41.365 ettari in cenere). Tra le regioni più colpite dalle fiamme ci sono poi la Calabria 7.390 e, assai distaccate, la Puglia (1.456 ettari) e l’Abruzzo (284), anche se l’emergenza ha toccato anche la Sardegna, in particolare l’Ogliastra, e la Liguria, con le fiamme al confine con la Francia.

Legambiente ha diffuso ieri i dati analizzando quelli satellitari diffusi da Effis (l’European Forest Fire Information System), che monitorano solo quegli incendi che interessano superfici superiori ai 30 ettari. È il modo per fare un punto della situazione, perché «in Italia – come dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – l’emergenza incendi, aggravata dalla crisi climatica in corso, è ormai cronica ed è una piaga che va assolutamente fermata con azioni di prevenzione e politiche mirate su cui Governo, Regioni e Comuni devono intervenire in maniera sinergica, perché gli incendi si possono prevedere e possono essere evitati, più difficile è spegnerli. Senza contare i danni che purtroppo provocano in termini di vite umane, ambientali ed economici». Basti pensare a quello che sta accadendo a Palermo, dov’è andata in fiamme una delle vasche della discarica di Bellolampo, un incendio spento solo ieri pomeriggio dopo alcuni giorni. Nella sola provincia del capoluogo siciliano tra il 25 e il 27 luglio sono stati percorsi dalle fiamme quasi 15mia ettari.

Il più delle volte, sottolinea Legambiente, si tratta di incendi dolosi, come ben evidenziano anche i dati dell’ultimo rapporto Ecomafia. Nel 2022 sono stati 5.207 i reati accertati.