Edelswiler, un minuscolo comune della Svizzera tedesca, è il simbolo della vittoria della destra in Svizzera: il 93,5 per cento degli elettori ha votato l’Unione democratica di centro, un partito di destra anti-europeista e contro i migranti. A trascinare i consensi della destra alle elezioni federali di domenica sono stati infatti i piccoli comuni di campagna e di montagna. L’Udc ha ottenuto il 28,55 per cento dei voti ed è risultato il primo partito in quindici cantoni, ma ha vinto in appena tre città. Una di queste è Zugo, nota per essere la residenza dei multimilionari di mezzo mondo e perché ospita la sede fiscale di 453 multinazionali per via delle tasse molto basse. Le città più grandi – da Basilea a Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo – hanno invece votato in maggioranza per il Partito socialista, che ottenuto il 18 per cento.

A uscire sconfitti dalle urne sono stati la destra moderata del Partito liberale radicale (Plr), che ha ottenuto il 14 per cento ed è stata scavalcata come terza forza in Parlamento dall’Alleanza del Centro, un partito centrista moderato, e i Verdi, che con il 9 per cento hanno perso quattro punti in percentuale rispetto alle scorse elezioni, quando erano stati la vera novità in un sistema politico immobile da circa un secolo. Hanno perso voti anche i Verdi liberali, una formazione ecologista di centrodestra, fermi al 7 per cento, e l’estrema sinistra, che non ha confermato i due seggi in Parlamento. Il centodestra ha vinto anche nei cantoni italofoni: in Ticino il Plr è risultato il primo partito, l’Udc ha guadagnato voti e la Lega ha conquistato un seggio; nei Grigioni ha vinto l’Udc, tranne nel capoluogo Coira, a maggioranza socialista.

I mezzi di informazione hanno puntato l’attenzione, più che sulla vittoria della destra, sulla sconfitta dei Verdi, accusati di aver proposto misure troppo radicali, come la tassa sui biglietti degli aerei per il consumo di CO2 o il divieto di utilizzo dei pesticidi in agricoltura, poi bocciato da un referendum. L’Udc ha invece puntato la campagna elettorale sulla questione dell’immigrazione. I giornali scrivono che la questione dei cambiamenti climatici è passata in secondo piano rispetto alla guerra in Ucraina e alla conseguente crisi energetica, visto che la Svizzera dipende dalle fornitura di elettricità e di gas dai paesi confinanti, a partire dall’Italia. L’Udc, considerato il partito più legato alla Russia di Putin, che in Svizzera prima delle sanzioni aveva molti legami d’affari, ha associato l’arrivo dei rifugiati ucraini all’aumento del costo degli alloggi e della vita.

La Basler Zeitung ha scritto di un elettorato «destabilizzato» e «arrabbiato». Il Partito socialista si è detto «preoccupato per lo spostamento a destra» e gli analisti concordano nel sostenere che, anche se l’Udc, insieme al Plr, non ha la maggioranza in Parlamento e dovrà cercare l’appoggio dell’Alleanza del Centro e dei Verdi liberali, l’asse politico svizzero virerà più a destra.