Europa

In Spagna i conti sui decessi non tornano

In Spagna i conti sui decessi non tornanoIl quartier generale del Sistema medico d’emergenza a Barcellona – Ap

Pandemonio Sarebbero oltre 4.200 le morti sospette nella sola Madrid. Il ministero della sanità ammette: il 90% dei contagiati potrebbe non risultare nei calcoli. Il governo però è ottimista: «Il picco è alle nostre spalle». E l’Oms plaude

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 9 aprile 2020

Il bollettino quotidiano delle vittime di Covid-19 in Spagna segna 757, un leggero aumento rispetto a ieri, anche se molti esperti si sono affrettati a ricordare che è normale un certo livello di variabilità e che l’andamento in discesa è confermato, nonostante i piccoli salti.

«Il picco è definitivamente alle nostre spalle», ha detto il ministro della sanità Salvador Illa, mentre tutti si sono concentrati sul numero totale dei guariti: 4.800 solo ieri, per un totale di 48mila (un terzo degli ufficialmente infetti).

Ma per la prima volta non sono stati forniti i dati sui ricoveri in unità intensive, perché il ministero non è riuscito a ottenere dalle comunità numeri omogenei: alcune davano i totali, altre l’incremento quotidiano. «Stiamo recuperando i dati della serie storica per omogeneizzarli e pubblicarli fra qualche giorno», ha ricordato María José Sierra, del Centro di coordinazione e allerte sanitarie.

Intanto si parla di ben 4.260 decessi sospetti e non riportati avvenuti soltanto nella comunità di Madrid (quella più colpita dalla pandemia) nelle 710 residenze geriatriche che potrebbero ingrassare la cifra dei 14.500 decessi ufficiali.

I dati sulle inumazioni forniti dall’amministrazione regionale parlano di 3mila morti in più attribuibili al coronavirus a marzo, rispetto a 3.500 ufficiali. Il ministero di giustizia ha chiesto a tutte le anagrafi i dati sui decessi di marzo per valutare l’aumento della mortalità.

Il ministero della sanità ammette che probabilmente il 90% dei contagiati non sono contabilizzati e per questo sarà lanciata una campagna di tamponi a 30mila famiglie (62.400 persone) per valutare, statisticamente, qual è il quadro più realista dei contagi in vista del rilassamento delle misure di contenimento che, come ha spiegato ieri la portavoce del governo e ministra delle finanze, María Jesús Montero, potrebbe iniziare («in maniera progressiva») a partire dal 26 aprile. «Stiamo lavorando su diversi scenari possibili», ha ammesso la ministra, pur rifiutando di dare dettagli.

Ieri Bruce Aylward, il capo della missione dell’Organizzazione mondiale della Sanità in Spagna, in una conferenza stampa ha confermato quanto anticipato domenica e cioè che la Spagna «sta facendo un lavoro fantastico». «C’è speranza ed evidenza che le misure fermeranno i nuovi casi», ha aggiunto. Rispetto al personale sanitario ha detto di aver visto cose «eroiche e ispiratrici».

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