Metalmeccanici e portuali contro la guerra. In una ventina di fabbriche del Modenese e qualcuna del Bolognese questa mattina le Rsu della Fiom hanno proclamato una o due ore di sciopero a fine turno mentre per domani l’Usb ha da tempo lanciato lo sciopero in tutti i porti italiani, con manifestazione nazionale alle 14,30 nel porto di Genova.

Centro della protesta è Modena dove l’elenco delle fabbriche in cui si sciopererà contro la guerra è lungo e coinvolge buona parte del tessuto produttivo della città e del circondario: si va dalla Motovario, azienda di componenti per la trasmissione in cui la partecipazione sarà più alta, alle grandi Maserati e Cnh del gruppo Stellantis più moltissime aziende più piccole come Annovi, Wam, Omr, Manitou, Pfb, Goldoni, 2b Box, Centauro, Angelo Po, Emmegi per un totale di alcune migliaia di lavoratori coinvolti.

Lo sciopero rafforza la partecipazione della Fiom e di tutta la Cgil ai presidi che si terranno nel pomeriggio per Europe for peace e riprende l’emendamento proposto dal documento di minoranza «Le radici del sindacato» e fatto proprio dalla segreteria al recente congresso nazionale della Fiom a Padova: «È prioritario continuare la mobilitazione contro il governo Meloni che continua a sostenere la guerra, come il governo Draghi faceva prima, a partire dalle mobilitazioni che le Rsu sceglieranno di mettere in campo a partire dalle manifestazioni del 24 e 25 febbraio di Europe for peace».

«L’importanza dello sciopero deriva dal fatto che le parole d’ordine sono contro il riarmo e contro l’invio di armi in Ucraina, non è uno sciopero testimoniale per il primo anniversario della guerra», spiega Giovanni Iozzoli, uno degli Rsu Fiom che lo ha proclamato nella piccola azienda in cui lavora, la Pfb.

Sciopero molto più ampio ha invece deciso di fare l’Usb Mare e porti che domani unirà la protesta contro la guerra alla strage sul lavoro. Lo sciopero infatti è stato deciso all’indomani dei due portuali morti il 9 e 10 febbraio (Paolo Borselli, 58 anni a Trieste e Alberto Motta, precario di 29 anni a Civitavecchia). «L’unica guerra da combattere è quella contro gli omicidi sul lavoro», proclama l’Usb: «La giornata del 25 febbraio vedeva già i lavoratori portuali di Usb schierati contro tutte le guerre e l’economia di guerra e per rendere i nostri porti liberi dal traffico di armi e di morti a un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina», sottolinea l’Usb.