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In ricordo di Guillermo Almeyra

In ricordo di Guillermo AlmeyraGuillermo Almeyra

Guillermo Almeyra ci ha lasciato domenica 22 settembre all’eta di 91 anni. Si è spento nella sua ultima città di residenza, Marsiglia, con accanto Anité la compagna di una vita […]

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 25 settembre 2019

Guillermo Almeyra ci ha lasciato domenica 22 settembre all’eta di 91 anni. Si è spento nella sua ultima città di residenza, Marsiglia, con accanto Anité la compagna di una vita e suo figlio Carlo Marcelo.

È stato un grande internazionalista, anche «fisicamente», avendo abitato, lui argentino di Buenos Aires in quattro continenti, dalla sua Argentina, al Brasile, al Perù, all’Italia e la Francia, allo Yemen del Sud e al “suo” Messico.

Da intellettuale marxista critico militò in partiti politici di sei paesi (in Italia prima in Democrazia Proletaria poi in Rifondazione Comunista), fondò riviste in sei nazioni e per la sua attività rivoluzionaria venne espulso più volte.

Si definiva “copernicano, newtoniano, darwinista, marxista, leninista, trotskista, però in forma laica e senza rinunciare alla critica nei confronti degli errori dei maestri”.

Accademico e docente nelle principali facoltà di Città del Messico è stato tra i primi intellettuali ad individuare il potenziale dell’insurrezione indigena Zapatista del 1 gennaio del 1994 in Chiapas.

Ai tanti giovani affascinati dal Subcomandante Marcos che si recavano in Messico, consigliavamo un incontro con Guillermo che normalmente li riceveva nella redazione de La Jornada. “Se volete conoscere davvero la storia di questo Paese – diceva loro – passate prima a visitare il museo nazionale di antropologia di Città del Messico”.

Le radici dei nativi, la difesa della natura e della terra, per l’ecosocialista rivoluzionario Almeyra, si coniugavano con la lotta di classe degli oppressi e ponevano l’urgenza della costruzione di un’altro mondo possibile.

La sperimentazione del Socialismo del XXI secolo in America Latina sarà tra le costanti presenti nei suoi articoli di opinionista su La Jornada ripresi nell’intero continente latino americano.

In Italia collaborò sia con il manifesto che con Liberazione, e animò decine di dibattiti sul nuovo internazionalismo che non poteva più accontentarsi di fare il tifo per le lotte degli altri, ma doveva cercare di cambiare con il conflitto sociale il proprio Paese e continente.

Rimangono, a testimonianza della sua ricca militanza, i suoi quasi cinquanta libri e migliaia di articoli scritti in una vita straordinaria.

 

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