Europa

«In Polonia si fomenta una spirale d’odio contro la comunità Lgbt»

«In Polonia si fomenta una spirale d’odio contro la comunità Lgbt»La parata per i diritti lgbt a Białystok; sotto Julia Maciocha e i militanti dell’ultradestra – LaPresse

Intervista «Viviamo in uno stato di insicurezza permanente in ogni angolo del paese. Persino a Varsavia ho ancora paura di camminare mano nella mano con la mia compagna. Figuriamoci in una città di provincia», racconta Julia Maciocha, leader della fondazione che organizza i cortei arcobaleno

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 17 agosto 2019

Mai come quest’anno la questione delle discriminazioni di genere e dei diritti Lgbt infuria in tutta Polonia. Un tema destinato ad avere un peso rilevante in vista delle prossime elezioni parlamentari previste il prossimo 13 ottobre. Si tratta di un scontro mediatico senza precedenti in cui non mancano messaggi di incitamento all’odio ed episodi di violenza verso quella che viene definita in modo dispregiativo «ideologia Lgbt». Un’etichetta utilizzata anche da numerosi esponenti locali del partito della destra populista Diritto e giustizia (PiS) al governo dal 2015.

Gli episodi di violenza nei confronti di un corteo arcobaleno in occasione della prima marcia dell’uguaglianza (marsz rownosci in polacco) a Białystok, la più grande città della Polonia nord-orientale, hanno spinto alcuni media a intervenire nel dibattito. Per molti giornalisti ormai non si tratta più soltanto di raccontare ma di prendere una posizione chiara: «Oggi il potere autoritario attacca ferocemente la comunità Lgbt+. Domani troverà un altro capro espiatorio. Come sempre, si rivolgerà a una minoranza, che già soffre di esclusione e stigmatizzazione», ha spiegato la redazione del principale quotidiano in Polonia, la Gazeta Wyborcza in un comunicato sulla campagna «Non c’è libertà senza solidarietà» nata in risposta ai misfatti della marcia di Białystok. La redazione del giornale ha sottolineato che il potere autoritario richiede sempre nuovi nemici che si tratti di Paweł Adamowicz, l’ex sindaco liberale di Danzica assassinato a gennaio scorso, degli insegnanti entrati in agitazione qualche mese dopo oppure della comunità Lgbt.

Abbiamo incontrato Julia Maciocha, presidentessa della fondazione «Parada Rownosci», impegnata nell’organizzazione dei principali cortei arcobaleno che sfilano ogni anno in Polonia, per capire la situazione.

La Gazeta Wyborcza si è schierata con voi. Ve lo aspettavate?

Per fortuna non sono gli unici giornalisti a voler dire basta alla spirale d’odio nei nostri confronti. Qui non si tratta soltanto di stare sul pezzo ma piuttosto di una questione etica. Anche i media a diffusione locale stanno mostrando di stare dalla nostra parte. Nella città di Płock dove abbiamo una organizzato una marcia dell’uguaglianza sabato scorso mi risulta che tra i media locali ci sia un solo portale con tendenze anti-Lgbt.

Cosa è cambiato per le persone Lgbt con il ritorno del PiS al potere nel 2015?

La situazione già molto difficile ha cominciato a deteriorarsi rapidamente dopo i primi due anni di governo quando i profughi hanno smesso di essere il bersaglio preferito della maggioranza. Alcuni di noi hanno cominciato a ricevere ogni giorno minacce di morte. Tutti speriamo di vivere un giorno una relazione serena con il proprio partner in patria. Ma giustamente c’è chi non regge più alla pressione e sceglie di trasferirsi all’estero.

Che cosa è accaduto durante la manifestazione di Białystok?

È tutto vero quello che hanno scritto i giornali: siamo stati attaccati da 400 militanti dell’ultradestra. La polizia ha reagito come poteva e ha dovuto utilizzare spray al peperoncino per disperdere i contromanifestanti. La nostra fortuna è stata che la maggior parte degli assalitori si sono mossi in modo disordinato. Sarebbe potuta finire molto peggio.

Avete ancora fiducia nelle forze dell’ordine dopo questa manifestazione?

La fiducia non è mai a priori. E una cosa che si conquista sul campo. A Białystok l’impressione è quella che abbiano gettato nella mischia dei poliziotti privi di esperienza. C’erano buchi nel cordone della polizia. Si è deciso di caricare i contromanifestanti anti-Lgbt guidati dagli ultrà della Jagiellonia Białystok (la principale squadra di calcio locale) senza lasciare degli uomini a protezione del nostro corteo fino alla conclusione del percorso. Speriamo che le forze di sicurezza facciano tesoro di questa lezione in occasioni delle prossime manifestazioni.

Quanto è difficile essere gay o lesbica per chi non vive nei grandi centri del paese?

Tutte le persone che non sono eterosessuali vivono in uno stato di insicurezza sociale permanente in ogni angolo della Polonia. Persino a Varsavia ho ancora paura di camminare mano nella mano insieme alla mia compagna. Figuriamoci in una città di provincia. Tutto questo non è normale. Non possiamo fare altro che puntare sull’educazione.

Razem, Wiosna e Alleanza della Sinistra Democratica (Sld) correranno insieme alle prossime elezioni amministrative in un blocco di sinistra. Cosa cambierebbe per voi con una loro vittoria?

Non siamo un’organizzazione politica quindi non posso rispondere a nome della nostra rete. Credo che il PiS stia continuando ad avere carta bianca nell’approvare le leggi che vuole dall’oggi all’indomani. Non è giusto che a decidere sia un partito votato dal 12% dei polacchi, se si contano gli astenuti e tutta quella fascia di popolazione che non ha ancora diritto di voto (i cittadini minorenni). A livello personale la speranza di un cambiamento c’è anche se devo ammettere che ci vuole molta forza d’animo dopo quello che è accaduto a Białystok.

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