Ennesima fumata grigia, quasi nera, al tavolo tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle in vista di un possibile accordo per le elezioni regionali in Piemonte. Mentre circolavano le voci di una imminente rottura – voci tra l’altro non ancora silenziate – il segretario regionale dem, Domenico Rossi, dopo quattro ore di riunione ha annunciato un rinvio a oggi: «Dopo una lunga discussione, che non è terminata, abbiamo deciso di aggiornarci. Non abbiamo esaurito i temi».

Se le distanze tra le due forze erano già lontane (sotto la Mole contano ancora i dissidi locali tra l’ex sindaca Chiara Appendino e l’attuale Stefano Lo Russo), ora la salita è ripidissima. A soffiar sul fuoco, alla vigilia dell’incontro, era stato il deputato Pd Mauro Laus – indagato nell’inchiesta sulla cooperativa Rear per la quale i pm ipotizzano a vario titolo i reati di truffa e malversazione – che aveva accusato Chiara Gribaudo, il nome più in vista nel toto candidati dem, di «infestare il dibattito»: un’uscita sgraziata stigmatizzata dalla sinistra del partito.

Il Piemonte rischia di diventare una spina nel fianco per la segreteria nazionale di Elly Schlein. Se la coalizione di centrosinistra attecchisce in Sardegna, Umbria e Abruzzo, è in alto mare in Basilicata e quasi naufragata, salvo salvataggi dell’ultimo minuto, in una regione importante come il Piemonte. All’incontro di ieri a Torino, alla Fondazione Amendola, erano presenti, per il M5s, la vicepresidente Chiara Appendino, il deputato Antonino Iaria, la coordinatrice regionale Sarah Disabato, il consigliere regionale Ivano Martinetti. Mentre, per il Pd, il segretario regionale Domenico Rossi, il capogruppo regionale Raffaele Gallo, l’ex europarlamentare Daniele Viotti, il responsabile degli enti locali Davide Baruffi e la capogruppo torinese Nadia Conticelli. Al termine, Disabato del M5S ha sottolineato: «Abbiamo affrontato tematiche politiche, ma siamo anche entrati nel merito dei programmi e dei temi focali che riguardano le principali deleghe della regione Piemonte. Rivendichiamo che bisogna discutere ancora nel merito perché, benché sui principi generali ci possa essere una convergenza, servono approfondimenti specifici di carattere tecnico. Non è una discussione che si può esaurire in poche ore».

Al tavolo di ieri sarebbero stati discussi molti temi, dalla sanità ai trasporti. Le posizioni sono distanti. Da sinistra c’è chi invita a una svolta, a un’assunzione di responsabilità per sfidare l’attuale governatore di centrodestra Alberto Cirio: «Ribadiamo a Pd e M5s – dichiarano Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, e Alice Ravinale, capogruppo in Comune di Sinistra ecologista – che solo l’unità può fare la differenza per il Piemonte. Serve il campo progressista unito per dare una prospettiva di giustizia sociale e ambientale alla nostra Regione. Non farlo significa favorire negazionisti del cambiamento climatico, revisionisti storici nostalgici del fascismo, oscurantisti anti-aborto che hanno ricoperto di soldi le associazioni pro vita, amici delle lobby della caccia e del gioco d’azzardo, sempre disposti a fare favori a chi inquina, danneggia e sfrutta il territorio. Il Piemonte merita di più». E interviene anche Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare al comune di Torino ed esponente di Sinistra ecologista: «Chi pensa di poter essere autosufficiente si sbaglia e si assume una grave responsabilità politica, l’unità si costruisce fra diversi e le differenze non possono essere mai insormontabili. Non ci interessano le recriminazioni ma lavorare a una prospettiva di cambiamento perché la partita non è chiusa».