È una stagione di dissenso, in Iran come in Iraq e in Libano. A muovere le piazze sono le ingiustizie economiche, la disoccupazione, la corruzione, l’aumento delle tasse, la sfiducia in politici incapaci di gestire la cosa pubblica. Nei diversi paesi, le reazioni di chi comanda sono le stesse: reprimono i dimostranti, li accusano di essere al soldo di paesi stranieri, oppure cavalcano le proteste cercando di ottenere un vantaggio sui propri avversari. Per fermare il dissenso, la macchina repressiva della Repubblica islamica sta facendo morti e feriti e arrestando migliaia di persone. Vittime non solo di un regime feroce...