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In Giappone resta tabù. A Singapore è un reato

In Giappone resta tabù. A Singapore è un reatoManifestazione a favore dei matrimoni gay a Tokyo – Ap

Diritti in Asia L’Asia è spaccata in materia di tutela dei diritti Lgbt+.

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 giugno 2022

Dall’accettazione alla condanna. L’Asia è spaccata in materia di tutela dei diritti Lgbt+. Il governo di Taiwan tre anni fa ha introdotto una legge che garantisce il matrimonio per le persone dello stesso sesso, diventando prima a legalizzare i matrimoni omosessuali in Asia. La decisione è stata accolta favorevolmente dai cittadini taiwanesi. Secondo i dati del governo di Taipei, dal 2019 al 2021 circa 7.200 coppie omosessuali sono convolate a nozze a Taiwan.

Ma Taipei non consente il matrimonio tra un cittadino taiwanese e il partner proveniente da un Paese dove le nozze omosessuali non sono riconosciute. Così, un cittadino del Giappone, l’unica potenza del G7 che non garantisce il diritto all’unione omosessuale, vede svanire il suo sogno di fronte all’indifferenza del governo. In Giappone, circa il 65% della popolazione è a favore del matrimonio omosessuale, secondo un sondaggio dello scorso marzo dell’Asahi Shimbun. La posizione dei giapponesi contraddice la tesi del premier Kishida, secondo cui non è ancora il momento di approvare il matrimonio omosessuale. Saranno le singole città (attualmente solo 200 hanno riconosciuto le unioni civili), a muoversi più velocemente del governo nazionale.

Se in alcuni Paesi dell’Asia la comunità Lgbt+ lotta per il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, in altri combatte per depenalizzare l’omosessualità. A Singapore, il sesso tra due uomini è illegale. La Corte d’Appello della città-stato, la più alta corte del Paese, ha recentemente espresso il suo rifiuto a revocare la Sezione 377A di eredità britannica. Ma il governo di Singapore non esclude una modifica della norma, rispondendo alle richieste della società singaporiana sul rispetto dei diritti Lgbt+.
Probabilmente l’esecutivo di Singapore percorrerà la strada già battuta dal governo di New Delhi, che ha mandato in soffitta nel 2018 lo stesso provvedimento introdotto durante il periodo coloniale.

In altri Paesi dell’Asia, come le Filippine e la Thailandia, esiste un vivo e stimolante movimento Lgbt+, che però ancora lotta per il riconoscimento del matrimonio omosessuale. Neanche l’industria cinematografica resta in silenzio. In Thailandia vengono prodotte serie tv a tematica omosessuale, popolarissime in tutta la regione asiatica. Un segnale di quanto sudcoreani, giapponesi, o singaporiani siano favorevole a un maggiore riconoscimento dei diritti della comunità Lgbt+, nonostante la miopia dei singoli governi.

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