Un anno dopo l’invasione di Putin i numeri ufficiali restituiscono la “cifra” del disastro umanitario registrato in Germania.

DAL 24 FEBBRAIO 2022 fino a ieri i profughi ucraini accolti nella Repubblica federale sono stati ben 1.066.951 di cui oltre un terzo bambini e adolescenti, come riporta il ministero dell’Immigrazione (Bamf) dettagliando l’ondata di rifugiati seconda solo allo tsunami che travolse Angela Merkel nel 2015. In totale il governo Scholz ha concesso il permesso di soggiorno a 771.691 ucraini, consegnando il certificato temporaneo di residenza ad altri 125.806 la cui domanda è stata accettata ma è in attesa di risposta, mentre in 41.920 vivono nel Paese senza alcuna protezione formale. Il risultato è che oggi ucraini sono la seconda minoranza etnica dopo i turchi, la guerra ha moltiplicato per sette la loro presenza dal 2021.

Una moltitudine composta per il 69% da donne, anche se la vera massa critica dei profughi di guerra, quella che ha già mandato in tilt il sistema scolastico nazionale a cui mancano gli insegnanti, è l’enorme numero di minori: il 9% sono bimbi in età da asilo, il 25% ragazzi fino a 17 anni.

IN FUTURO il 37% di loro che sostiene di voler restare in Germania potrà certamente incarnare la forza lavoro richiesta dall’industria nazionale alla spasmodica ricerca di oltre 400 mila operai specializzati; nel presente per il governo Scholz sono un significativo problema finanziario. Dei 4,4 miliardi di euro del fondo accoglienza stanziato nel 2022 non è rimasto neanche un cent, come conferma l’annuncio del varo di altri 2,7 miliardi per coprire le spese del 2023. Un’enormità, ma pur sempre meno di un decimo del fondo per il riarmo della Bundeswehr.

SPICCA nel recente rapporto «Rifugiati ucraini in Germania» del Bamf il resto della fotografia di chi è scappato dalla guerra. «Quasi tre quarti dei profughi ucraini vive in case private, il 25% abita con parenti o amici che erano già in Germania prima dell’invasione russa, il 17% risiede in hotel o pensione, il 9% di alloggi condivisi con altri rifugiati». Mentre risultano sempre indispensabili i 70 mila posti letto di pronto impiego in palazzetti dello sport e hall espositive messi a disposizione per i casi di emergenza eppure utilizzati regolarmente. A Berlino e Colonia il 90% dei posti è occupato, così come a Lipsia, e il Comune di Amburgo fa sapere di aver bisogno di altri 5.300 posti-letto per il 2023. Il record dell’accoglienza spetta al Nordreno-Vestfalia con circa 224 mila profughi, seguono la Baviera con 152 mila, il Baden-Württemberg con 136 mila, la Bassa Sassonia con 111 mila e l’Assia con 81 mila.

SECONDO l’Agenzia federale per il Lavoro (Bfa) sono 471 mila i rifugiati ucraini registrati nei centri per l’impiego, di cui quasi 100 mila nel Nordreno-Vestfalia. Prima della guerra erano meno di 20 mila in tutta la Germania.
Sempre a sentire la Bfa tra febbraio e novembre 2022 il numero di lavoratori ucraini che usufruiscono dell’assicurazione sociale è passato da 57.000 a circa 125.000, con 29.000 persone «marginalmente occupate».

DATI ALLA MANO «Il 17% dei rifugiati ucraini in età lavorativa ha trovato lavoro: l’83% di questi lavora come dipendente, l’8% come operaio o lavoratore autonomo, il 71% di loro ha un’occupazione qualificata soprattutto nel settore dei servizi». Ma le donne sono penalizzate con il 15-20% di probabilità in meno di essere assunte: «Più a lungo rimangono in Germania maggiore è la differenza: sei mesi dopo il trasferimento tra le donne trova lavoro solo il 16% mentre fra gli uomini quasi il 25%».