Messa al bando immediata di Samidoun, il network a sostegno dei prigionieri palestinesi, e divieto a qualunque attività collegata con Hamas, che in Germania è già rubricato nella lista dei gruppi terroristici.

Diventa reato penale il supporto diretto e indiretto alle due organizzazioni dopo che ieri a Berlino la ministra dell’interno Nancy Faeser ha confermato il nuovo quadro giuridico preannunciato tre settimane fa personalmente dal cancelliere Olaf Scholz.

La decisione viene giustificata dalla ministra della Spd con la «urgente necessità di fermare completamente tutte le loro attività in Germania» e il motivo ufficiale è che «Hamas ha come obiettivo la distruzione dello Stato di Israele mentre la sezione tedesca di Samodoun sta facendo campagna antisemita con il pretesto di occuparsi della condizione dei prigionieri palestinesi. Questo gruppo ha organizzato la distribuzione di pasticcini nel quartiere berlinese di Neukölln per festeggiare gli attacchi agli ebrei del 7 ottobre» è l’inciso di Faeser.

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A sentire l’Ufficio per la protezione della Costituzione (Bfv) che ha compiti di controspionaggio sarebbero circa 450 i sostenitori attivi di Hamas censiti nei sedici Stati della Repubblica federale. «Chiunque continuerà il supporto attivo, in qualsiasi forma, a favore di una di queste due organizzazioni commetterà un reato penale» tengono a precisare al ministero dell’interno.

Insieme al veto di supporto ai due gruppi Faeser ha dato anche il contemporaneo via libera alla confisca dei beni materiali e alla censura totale su internet per Samidoun. Anche se nel mirino di Berlino ci sono soprattutto le raccolte pubbliche delle donazioni per Hamas, rilevanti specialmente nella capitale, almeno così dicono i rapporti di intelligence.

Tuttavia l’iniziativa non appare destinata ad avere l’efficacia propagandata dal governo Scholz e molto probabilmente resterà solamente un forte segnale politico. «L’azione contro i due gruppi era già stata annunciata con tre settimane di anticipo. Normalmente per i divieti vale la regola ferrea di non parlarne prima e poi di applicarli al momento giusto. In questo modo invece gli attivisti di Hamas hanno avuto tutto il tempo necessario per prepararsi alla messa al bando e prendere le opportune contromisure» fa notare il quotidiano della sinistra indipendente Taz, bollando come «importanti ma tardive» le misure appena varate dalla ministra Faeser.