Brucia l’anticamera della sala delle cerimonie del cimitero ebraico di Vienna, insieme a tutti i testi sacri custoditi dentro, mentre sul muro esterno compaiono una svastica e la scritta «Hitler» disegnate con lo spray.

Peggio della peggiore previsione sull’antisemitismo in Austria, cresciuto ormai del 300% rispetto al 2022: questo è il 165esimo caso registrato quest’anno dal ministero dell’Interno che una manciata di giorni fa aveva alzato ufficialmente da quattro a cinque il livello dell’allarme generale.

«QUESTO FENOMENO deve finire. “Mai più” rappresenta un obbligo concreto per tutti noi. Gli ebrei devono poter vivere in sicurezza in Austria» scandisce il presidente federale Alexander Van der Bellen scioccato per il rogo che invece è “qui e adesso” nonostante i pompieri di Vienna lo abbiano estinto in appena cinque minuti e adesso l’ala ebraica del cimitero centrale è una zona realmente sicura, protetta dalle transenne e piena zeppa di agenti della polizia statale e dell’Ufficio per la Protezione della Costituzione, il controspionaggio che «indaga a pieno ritmo» sull’origine delle fiamme.

Il rogo è avvenuto nella notte di martedì, «nessuno è rimasto ferito, in compenso i danni materiali sono notevoli» sintetizza Oskar Deutsch, presidente della comunità ebraica di Vienna e autore dello scarno post su X che ha dato giornalisticamente la notizia alle agenzie di stampa: «L’anticamera della sala cerimoniale è bruciata. Sui muri esterni sono state tracciate alcune svastiche». Nessuna sentenza e nessuno aggettivo, solamente la constatazione sintomatica del clima irrespirabile dell’Austria sempre più infelix: «Si sta creando un’atmosfera che sembra ispirare le persone ad attaccare gli ebrei» denuncia Deutsch.

Ne sono perfettamente consapevoli i vertici del governo: ieri il cancelliere federale Karl Nehammer (Övp) ha condannato l’attacco «con massima fermezza» mentre il vice Werner Kogler (Verdi) ha definito «l’incendio doloso antisemita al cimitero centrale» come «l’ennesimo atto contro la sicurezza della vita ebraica in Austria per noi totalmente inaccettabile».

SECONDO IL PRIMO rapporto dei vigili del fuoco le fiamme sarebbero quasi certamente di natura dolosa: «L’incendio è scoppiato nella stanza attigua alla sala delle cerimonie e al nostro arrivo si era in gran parte spento. Il rogo è stato appiccato da due diversi punti» e «quindi ipotizziamo si sia trattato di un’azione volontaria», conclude la polizia di Vienna alla luce anche delle svastiche contemporaneamente dipinta sul muro.

LA GOVERNATRICE della Bassa Austria, Johanna Mikl-Leitner, chiede ufficialmente azioni e misure «immediate» contro l’antisemitismo, ovvero il giro di vite «risolutivo» a partire dalla modifica delle norme attuali. «Se le leggi vigenti non sono sufficienti ad avere un effetto deterrente, allora le dobbiamo inasprire. E questo è senza dubbio il caso di questa serie di incidenti antisemiti» si legge nel comunicato in carta intestata del Land. Anche il leader della Spö, il socialista molto a sinistra Andreas Babler, invoca la «punizione rigorosa» per gli autori dell’attacco che ha sconvolto anche il sindaco di Vienna, Michael Ludwig, del suo stesso partito.

Arriva invece direttamente dal cancelliere Nehammer la proposta di vietare l’imbrattamento delle bandiere nazionali di tutti i Paesi, e dunque anche di quella con la stella di David. «Non accetto che gli estremisti scendano nelle nostre strade, diffondano il terrore e infine dissacrino i simboli dello Stato ebraico».

Esattamente “infine” rimbalza il sondaggio che rileva come il 75% degli austriaci sia favorevole al pugno di ferro contro l’antisemitismo. «Bisogna punire e reprimere tutte le manifestazioni in cui si invoca lo sterminio del popolo ebraico» è anche il punto esclamativo di Oskar Deutsch.