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Scongiurato, per ora, il governo di estrema destra in Austria

Scongiurato, per ora, il governo di estrema destra in AustriaVienna, l’incontro tra il presidente austriaco Alexander van der Bellen e il cancelliere uscente Karl Nehammer – Getty Images

A tre settimane dal voto Il presidente Van der Bellen dà l’incarico al leader dei popolari, il cancelliere uscente Nehammer, esortando l’Oevp ad avviare subito colloqui con i socialdemocratici. Furia della Fpoe di Herbert Kickl

Pubblicato 5 giorni faEdizione del 23 ottobre 2024

Non ci sarà un volkskanzler Herbert Kickl, il termine di hitleriana memoria riproposto dal leader estremista austriaco della Fpoe, partito della libertà, socio di Salvini al parlamento europeo con i “Patrioti per l’Europa”. Almeno per ora l’incubo è scongiurato.

A tre settimane dal voto storico che ha consacrato la Fpoe primo partito in Austria col 28% dei voti, il presidente della repubblica Alexander Van der Bellen ha sciolto ogni dubbio. Diversamente dall’usanza non ha conferito al partito di Kickl l’incarico di formare il governo.

Il motivo è semplice, come hanno confermato le ultime consultazioni, Herbert Kickl non è in grado di trovare un alleato, senza il quale non può governare. Così ieri l’ex professore di economia e ex capogruppo dei Verdi ha chiesto invece al secondo uscito dalle elezioni, al cancelliere uscente Karl Nehammer del partito popolare (Oevp), di avviare immediatamente colloqui con i socialdemocratici (Spoe) per un governo di coalizione – insieme i due ex grandi partiti arrivano a una maggioranza del 50% più un seggio – e verificare se ci sarà anche un terzo partito.

Accettando l’incarico Nehammer ha dichiarato di voler coinvolgere subito una terza forza. Probabilmente saranno i Neos, più che i Verdi, partner di governo uscente per i popolari più scomodo, più graditi invece ai socialdemocratici.

«Vi prometto, ancora non è stata detta l’ultima parola» ha avvertito Kickl su Facebook, «con oggi il gioco non è ancora finito». «Una giornata nera per la democrazia», tra le molte reazioni nella Fpoe, in arrivo «una coalizione dei falliti», la scelta del presidente è «irresponsabile, senza futuro, un ceffone agli elettori», urlano dalla Bassa Austria dove l’estrema destra governa con i popolari.

PREVEDENDO IL VENTO contrario Van der Bellen ha voluto spiegare i suoi motivi con particolare cura e dettagli. A partire appunto del fatto che «le elezioni non sono una corsa dove vince il partito che prende più voti, ma vince chi sa rappresentare il 50% più uno della popolazione». E andando per gradi.

Nei colloqui di chiarimento richiesti dal presidente con i tre maggiori partiti sono state confermate le posizioni già espresse in campagna elettorale. Che Kickl non farà un passo indietro e di conseguenza la Fpoe non proporrà nessun altro nome per il ruolo di cancelliere al di fuori del suo capo attuale. Che Karl Nehammer resta indisponibile verso Kickl, «non farò da apripista per farlo diventare cancelliere». Brucia ancora l’esperienza distruttiva con Kickl ministro degli interni che fece perquisire e smantellare il Verfassungsdienst, il servizio segreto interno.

DAL CANTO SUO come era logico la Spoe di Andreas Babler ha ribadito la propria contrarietà alla Fpoe come partito anche se Kickl si mettesse da parte. Di fronte allo stallo, all’impossibilità della Fpoe di trovare un partner di governo, di costituire quindi una maggioranza, situazione che finora non si era mai verificata, ha spiegato Van der Bellen, bisognava trovare una strada nuova, quella appunto di conferire l’incarico non più al primo partito ma al secondo.

I motivi del rifiuto verso Kickl di Oevp e Spoe Van der Bellen li ha elencati dettagliatamente: la preoccupazione per la democrazia liberale e per lo stato di diritto, per la divisione dei poteri, la posizione verso l’Ue e verso la Russia, la vicinanza con Putin, l’immagine retrograda delle donne, la mancata distanza dall’estremismo di destra, il linguaggio discriminatorio che punta a dividere.

INCUBO SCONGIURATO, per ora, o del tutto? Va considerato che su alcuni punti rilevanti come l’economia e gli immigrati i programmi tra Oevp e Fpoe sono molto vicini. Non a caso i due partiti governano insieme in tre regioni (con i popolari nel ruolo di presidente) e potrebbe aggiungersi una quarta, il Vorarlberg dove si è votato due settimane fa.

Se Nehammer di certo non farà marcia indietro la stessa fermezza verso la Fpoe non è del tutto condivisa nelle regioni. Non a caso Kickl fa leva sulle divisioni interne nelle Oevp. Tra Oevp e Spoe come ha detto Van der Bellen, ci sono invece mondi che li dividono ma che «alla fine delle trattative devono trovare un compromesso tra loro, è quanto caratterizza la democrazia». «Oggi ancora non posso dire – ha dichiarato Nehammer – se colloqui e trattative porteranno alla formazione di un governo».

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