«In atto la corsa per salvare il patrimonio culturale»
Intervista Parla Marica Mercalli, soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria: «Dopo le prime 100 opere già portate in salvo, i recuperi continuano. Ma è complicato: parliamo di edifici crollati dove entrare con la massima cautela»
Intervista Parla Marica Mercalli, soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria: «Dopo le prime 100 opere già portate in salvo, i recuperi continuano. Ma è complicato: parliamo di edifici crollati dove entrare con la massima cautela»
«Abbiamo segnalazioni continue, ci stiamo muovendo sul territorio per le verifiche». La dottoressa Marica Mercalli, soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria, sta andando a Norcia per nuovi sopralluoghi. La raggiungiamo al telefono.
È possibile quantificare edifici danneggiati e opere d’arte mobili da recuperare?
I numeri sono ancora difficili da dare: le chiese di Norcia e delle frazioni sono quasi tutte crollate. Dopo le prime 100 opere già portate in salvo, i recuperi stanno continuando. Ma è complicato: parliamo di edifici crollati dove ci sono parti parzialmente in piedi in cui entrare con la massima cautela e sempre accompagnati dai vigili del fuoco. Non si può correre il rischio che gli operatori siano colpiti dal materiale che continua a cadere.
Nel frattempo stiamo lavorando alla copertura dell’abbazia di San Benedetto con dei teli. Siamo riusciti a recuperare una pala, ma ce ne sono almeno altre quattro sotto le macerie: dobbiamo capire dove potrebbero essere e poi coprirle. Ma anche questo comporta difficoltà: l’operazione va fatta dall’alto con una gru.
L’altra operazione in corso è il prelievo della grande pala d’altare, una tavola lignea, di Jacopo Siculo che si trova dentro la chiesa di San Francesco, sempre a Norcia. Stiamo provando a prelevarla dall’alto. Infine, prima che arrivi il cattivo tempo, stiamo compiendo la parziale copertura delle macerie di San Salvatore a Campi con un capannone. Ma nulla si fa in cinque minuti, soprattutto con opere di questa complessità.
Il Consiglio dei Ministri ha passato il decreto terremoto che prevede anche il sostegno per la tutela dei beni culturali. Avete informazioni in merito?
Non abbiamo idea dello stanziamento, speriamo che ci sia un concorso di aiuti anche con fondi europei perché l’opera di messa in sicurezza è molto ampia. Servono ingegneri strutturisti per progettare le impalcature, le gabbie per tenere in piedi le facciate delle chiese. Quella di San Benedetto è alta 15 metri e va ingabbiata come fu fatto per la basilica di Assisi.
Abbiamo dei volontari ma le squadre vanno coordinate. Stanno arrivando funzionari anche da altre soprintendenze e da due istituti, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro e l’Opificio delle pietre dure così che dalla prossima settimana si possa lanciare un primo intervento conservativo sulle opere danneggiate.
State verificando anche il patrimonio culturale nelle zone non direttamente colpite?
Quando ci arrivano segnalazioni andiamo anche nel resto dell’Umbria, ma è come un pronto soccorso: la precedenza va data ai codici rossi, ovvero la zona del cratere.
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