Nel comune di Pozzuoli si stimano circa 15mila immobili residenziali, a fine 2021 la popolazione registrata era di 76.952 abitanti, nel 2011 superava le 83mila. La Protezione civile per adesso ha verificato 4mila edifici, pari al 26% della popolazione. Il bradisismo, cioè il fenomeno vulcanico in base al quale ci sono fasi di innalzamento o di discesa del suolo, tra agosto e settembre ha accelerato la sua intensità. Le scosse hanno messo in allarme i residenti. Due i fattori sotto esame: la stabilità degli edifici, sottoposti a sollecitazioni, e le vie di fuga.

Molte strutture controllate sono in mega quartieri popolari, realizzati in seguito alle crisi bradisismiche del 1970 e del 1983. Dopo lo sciame del 1970 Pozzuoli venne sfollata, alcune aree della città come il Rione Terra furono chiuse definitivamente. Negli anni Ottanta palazzi di epoca fascista in tufo, nella zona alta di Pozzuoli, vennero abbattuti perché pericolanti. I cittadini di queste due zone furono reindirizzati proprio nei mega quartieri popolari di Toiano e Monteruscello, mentre il resto della popolazione fece ritorno nelle vecchie abitazioni. Sui Campi Flegrei in un ventennio si è proceduto a una cementificazione slegata dall’edilizia precedente, sacrificando la vocazione agricola di terre fertilissime. Nei nuovi rioni sono stati realizzati i palazzoni ma ci si è dimenticati delle vie di fuga commisurate a una popolazione totale addensata in circa 43 chilometri quadrati.

Antonio ha 62 anni e risiede a Toiano: «Mi sono trasferito nel 1975, nel quartiere siamo oltre 15mila. Se dovessimo evacuare abbiamo solo due uscite, come incanaliamo 15mila persone su due uscite?». Situazione peggiore a Monteruscello, dove i residenti sono quasi 30mila. Racconta Luisa, 55 anni: «Abito a Monteruscello da molti anni, siamo un mega quartiere abbondato a se stesso, se dovessimo scappare sarebbe il caos». Le amministrazioni hanno tirato su l’edilizia popolare dimenticandosi di dare una struttura idonea ai quartieri. «Stiamo iniziando a pensare di trasferirci da qualche altra parte – racconta Francesco, studente liceale – le vie di fuga sono quasi pari a zero e in famiglia siamo davvero spaventati».