Adesso «è impossibile» uscire dalla fabbrica Azot, ha detto alla Cnn il governatore della regione di Lugansk Serhiy Haidai. «O meglio, è fisicamente possibile ma è estremamente pericoloso a causa dei continui bombardamenti e combattimenti».
Il suo commento segue le dichiarazioni da parte russa, riportate da Interfax, sulla volontà di aprire corridoi umanitari per evacuare i civili dall’Azot – tentativo già fallito mercoledì -, e quelle fatte all’agenzia di stato russa Tass dal governatore dell’autoproclamata repubblica di Lugansk Leonid Pasechnik, secondo il quale le truppe separatiste sarebbero riuscite a entrare nella fabbrica ma non a sgomberare i combattenti ucraini. «Il 99% di ciò che dicono – ha aggiunto Haidai – non ha senso o è una bugia. Solo se ci fosse un cessate il fuoco completo potremmo evacuare le persone», sia dalla fabbrica che dalla città di Severodonetsk dove sarebbero intrappolati circa 12mila civili dopo che l’ultimo ponte che portava fuori dal centro abitato è stato fatto saltare pochi giorni fa. Su Telegram, nella mattinata di ieri, Haidai aveva scritto che non avendo ottenuto «vittorie significative» per quattro mesi, i russi hanno concentrato tutti i loro sforzi su Severodonetsk, dove «feroci battaglie vengono combattute in ogni casa». «All’esercito ucraino serve artiglieria a lungo raggio per respingere i russi a distanza di sicurezza». Appello che trova riscontro nella decisione del presidente Usa Biden, annunciata mercoledì dal segretario della Difesa Lloyd Austin, di fornire un altro miliardo di dollari in aiuti militari (fra cui altri 18 M777 Howitzer) all’Ucraina.

È sempre il governatore legittimo della regione di Lugansk a dare notizia di un bombardamento a Lysychansk – nella notte fra mercoledì e giovedì – che avrebbe colpito un palazzo dove si rifugiavano dei civili facendo quattro vittime e almeno sette feriti: «Stiamo rimuovendo le macerie». I bombardamenti sono continuati anche a nord della terra contesa del Donbass: in un sobborgo di Sumy, ha riferito il governatore regionale Dmytro Zhyvytskyi, un attacco missilistico ha ucciso quattro persone, ferendone altre sei.
Torna al centro dell’attenzione anche Mariupol dopo le affermazioni della Commissaria dell’Onu per i diritti umani Michelle Bachelet: «L’intensità e l’entità di ostilità, distruzione e morte suggeriscono fortemente che ci siano state delle violazioni della legge internazionale» nella città, al centro anche di un’inchiesta della Bbc che parla di torture e omicidi contro i residenti che per lasciare Mariupol devono sottoporsi alle operazioni di «filtraggio» (interrogatori e perquisizioni) delle autorità filorusse.

Senza spargimenti di sangue, il “fronte di guerra” raggiunge anche la Corte penale internazionale, dove una spia russa avrebbe cercato di infiltrarsi. Lo ha “smascherato” l’intelligence olandese: fingendosi un cittadino brasiliano di nome Viktor Muller Ferreira, in arrivo all’Aia per uno stage alla Corte, si nascondeva un uomo sotto copertura dei servizi segreti russi (Gru), Sergey Vladimirovich Cherkasov. Se fosse riuscito nel suo piano, hanno scritto i servizi di sicurezza olandesi, «sarebbe stato in grado di dare un significativo contributo di informazioni di cui il Gru è alla ricerca. Avrebbe anche potuto influenzare i procedimenti penali della Corte». Ma al suo arrivo nei Paesi bassi è stato arrestato e rimandato in Brasile sul primo volo disponibile.