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Impeachment di Biden, primo atto. Ma non è una cosa seria

Impeachment di Biden, primo atto. Ma non è una cosa seriaJames Comer – Ap

Repubblicani all'attacco a tre giorni dallo «shutdown». Il Gop verso le primarie: non tutti i candidati sono disposti ad armare ancora l’Ucraina

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 settembre 2023

I repubblicani alla Camera hanno avviato ieri la prima udienza di impeachment contro il presidente Joe Biden. Nonostante il Gop finora non sia riuscito a dimostrare che abbia tratto vantaggio dagli affari di suo figlio, Biden è accusato di concussione e corruzione.

All’udienza il Comitato di supervisione e responsabilità della Camera, presieduto da James Comer, ha affermato di poter dimostrare come Biden abbia abusato della sua posizione per un guadagno finanziario della sua famiglia, ma al momento queste prove non sono state mostrate, sollevando ulteriori interrogativi sulla rilevanza e validità di questo impeachment.

L’atmosfera è lontana da quella seria e solenne respirata a entrambi i processi di impeachment per Donald Trump, tanto che il senatore democratico John Fetterman, per rimarcare la poca serietà dell’intero processo, ha inviato a Comer e al suo team una confezione di birre.

Questa prima udienza si è tenuta a soli tre giorni dal rischio sempre più concreto che il governo entri in shutdown, il blocco delle attività governative a cui si arriva quando il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio. Se ciò dovesse verificarsi, i comitati potrebbero cercare informazioni presso agenzie governative dove molti dipendenti sarebbero messi in congedo ed emettere mandati di comparizione o convocare testimoni per le udienze potrebbe rivelarsi più complicato.

Evidentemente per il leader Gop alla Camera Kevin McCarthy, che ha dato il via libera alle udienze, viste le pressioni della destra del suo partito sempre più forte e agguerrita, aprire il processo per impeachment è più importante di riuscire a portarlo effettivamente avanti.

È un altro elemento che evidenzia il potere della destra filo trumpiana all’interno del partito, trapelato anche durante il secondo dibattito delle primarie repubblicane. Si è parlato anche di Ucraina, e non tutti i candidati si sono detti favorevoli a continuare a sostenere Kiev per difendersi dall’invasione russa. Il governatore della Florida Ron DeSantis, già criticato per aver liquidato l’invasione russa come «disputa territoriale», ha promesso che se eletto porrà fine alla guerra. In puro stile Trump, non ha specificato come.
È difficile che questo dibattito cambierà la traiettoria della corsa per le primarie repubblicane, dove Trump è in solido vantaggio, nonostante le accuse, le condanne, tutti i processi e le prove che lo inchiodano a ciò che ha commesso, a partire dal tentativo di colpo di stato del 6 gennaio 2021.

The Donald ha deciso di non partecipare al dibattito, e ha giocato le sue carte altrove, tenendo un comizio per i lavoratori del sindacato dei metalmeccanici del Michigan che sono in sciopero contro i tre giganti GM, Ford e Stellantis.

In quella stessa piazza meno di 24 ore prima era andato Joe Biden, primo presidente a presentarsi a sostegno di un sindacato di lavoratori in sciopero, e a lui si è rivolto il tycoon, più che si colleghi di partito in corsa per la nomina delle primarie. Mentre i suoi rivali repubblicani si confrontavano sul palco in California, Trump cercava di dipingere Biden come ostile all’industria automobilistica e ai lavoratori. Ha insistito sul fatto che l’abbraccio di Biden ai veicoli elettrici, una componente chiave del suo programma per l’energia pulita, porterebbe solo alla perdita di altri posti di lavoro. «Vi sta vendendo alla Cina, agli estremisti ambientalisti e alla sinistra radicale», ha detto Trump.

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