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«Illegale», i giudici scozzesi contro la sospensione di Westminster

«Illegale», i giudici scozzesi contro la sospensione di WestminsterLa protesta dei parlamentari; in basso il laburista Jonathan Reynolds torna alla Camera dei Comuni

Brexit Per i giudici di Edimburgo la «prorogation» imposta dal primo ministro è illegittima, «e priva di ogni effetto». Il governo di Boris Johnson ricorrerà alla Corte Suprema del Regno, mentre è costretto a pubblicare il rapporto «Operation Yellowhammer» che svela il caos di un’uscita senza accordo

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 12 settembre 2019

La sospensione di 5 settimane del parlamento decisa da Boris Johnson è illegale. È una sentenza pesante quella espressa ieri dalla Court of Session (la più alta corte civile della Scozia) che, accogliendo il ricorso di oltre 70 parlamentari di opposizione pro-remain, ha ribaltato un pronunciamento precedente secondo cui i tribunali non avrebbero i poteri di interferire con le decisioni politiche di Downing Street.

Per i tre giudici di Edimburgo la prorogation imposta dal primo ministro fino al 14 ottobre è illegittima, «e priva di ogni effetto», perché viola le norme fondamentali della Gran Bretagna e mira a soffocare il dibattito parlamentare sulla Brexit. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate nella loro interezza venerdì, ma intanto il governo Tory, a cui spetta l’eventuale riconvocazione, ha già formalizzato un ricorso alla Corte Suprema del Regno contro il verdetto e per il momento è deciso a non fare marcia indietro.

Le opposizioni, dai laburisti agli indipendentisti scozzesi dell’Snp, non ci stanno e chiedono ora che le Camere – chiuse da lunedì – siano immediatamente riaperte per poter riprendere il loro lavoro di «scrutinio» dell’attività dell’esecutivo sulla Brexit, per poter discutere dell’«Operation Yellowhammer», il rapporto di cinque pagine datato 2 agosto che il governo è stato costretto a pubblicare ieri, in cui si svela che le aziende e i cittadini britannici non sono pronti a un divorzio dall’Europa senza accordi.

Una Brexit no deal potrebbe far dimezzare in un solo giorno il numero di camion che attraversano la Manica in direzione Regno Unito: a causa dei necessari controlli a Dover, si legge nel documento, il numero dei mezzi di trasporto provenienti da Calais scenderebbe tra il 40 e il 60% in un solo giorno, con disagi che potrebbero durare fino a tre mesi. Lo studio rileva inoltre come «certi tipi di alimenti freschi scarseggeranno» mentre le forniture di medicinali saranno «particolarmente vulnerabili ai gravi, estesi ritardi», e i prezzi aumenteranno. Insomma il caos.

Ieri alcuni parlamentari hanno inscenato una protesta davanti all’ingresso di Westminter, c’era anche la laburista Meg Hillier che sostituirà John Bercow come speaker alla Camera, una quarantina sono anche rientrati dimostrativamente tra i banchi.

La corte suprema del Regno Unito ha programmato un’audizione di tre giorni, a partire dal 17 settembre, per esprimersi sul caso.

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