«Non è mia intenzione sottrarmi al procedimento in cui sono imputata, ma difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamentali, dei principi di proporzionalità e della presunzione di innocenza. So di non essere un caso unico né eccezionale. Io ho avuto la fortuna di non essere dimenticata, ma situazioni di ingiustizia simili sono all’ordine del giorno in diversi paesi d’Europa». Così, dal carcere di Budapest, scrive Ilaria Salis, la cui candidatura con Avs alle elezioni europee è stata presentata ieri a Roma. Sarà capolista nella circoscrizione Nord Ovest. «Dopo notti insonni e settimane di tormentate riflessioni, ho deciso di accettare la candidatura alle elezioni europee – prosegue la lettera letta dal padre Roberto -. Per portare l’attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione. E trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali».

I sondaggi, allo stato attuale, sembrano sorridere ad Avs: l’obiettivo di superare la soglia di sbarramento, fissata al 4%, appare alla portata. Il verde Bonelli: «Èsolo l’inizio. C’è da fare tutta la campagna elettorale. Di certo il trend è positivo». Nicola Fratoianni entra nel merito della candidatura: «Si è detto che politicizzare non aiuta ma il silenzio c’è stato per oltre un anno e Ilaria è rinchiusa in un carcere ungherese. Saremo impegnati da qui alle elezioni affinchè venga eletta per contribuire a chiudere il ciclo infernale». In caso di elezione, infatti, gli esperti di diritto internazionale sostengono che Salis dovrà essere scarcerata quantomeno per poter espletare tutte le varie formalità di rito. Nei giorni scorsi il leader della Lega Matteo Salvini aveva confessato di sognare un confronto pubblico tra il generale Robetro Vannacci e l’antifascista italiana prigioniera a Budapest da oltre un anno. Secca la risposta di Fratoianni: «È una bestialità».