È tornata a casa sua a Monza, Ilaria Salis. Come annunciato, a riportarla indietro dall’Ungheria, un anno e mezzo dopo il suo arresto, è stato suo padre, Roberto Salis, che venerdì all’ora di pranzo – appresa la notizia della liberazione della figlia – è montato in macchina ed è partito alla volta di Budapest.

Con la stessa vettura, poi, ieri ha rifatto il tragitto al contrario, con Ilaria a bordo: l’arrivo è avvenuto alle 19.

Finisce così, con il ritorno in Italia, l’incubo della maestra antifascista, arrestata nel febbraio del 2023 con l’accusa di aver partecipato ad alcune aggressioni contro militanti neonazisti, riuniti in città per le celebrazioni, non sempre clandestine, delle SS cadute durante la Seconda guerra mondiale.

Ilaria Salis è rimasta nel carcere di Budapest per 15 mesi, in condizioni ben oltre i limiti del tollerabile, tra spazi angusti, topi, scarafaggi, maltrattamenti e vessazioni.

Il suo caso è esploso nell’opinione pubblica alla fine dello scorso gennaio, quando sono state diffuse le immagini del suo ingresso in tribunale incatenata, con i ceppi ai piedi e un guinzaglio in vita.

Una scena che ha scatenato ondate di solidarietà. La svolta è arrivata con la sua candidatura alle europee con l’Alleanza verdi sinistra. Da lì prima è stata mandata ai domiciliari e infine è stata liberata, dopo la sua elezione a suon di preferenze: 178mila.