Scuola

Il Veneto ricorre alla Consulta contro la Buona Scuola

Il Veneto ricorre alla Consulta contro la Buona ScuolaIl governatore del Veneto Luca Zaia (Lega Nord)

Regioni Il governatore leghista Zaia: «La riforma cancella il ruolo della regione vanificandone i compiti che la Costituzione le ha affidato». Appello di Di Battista (Cinque Stelle) a Emiliano e Maroni: "Ancora cinque giorni per ricorrere". La Lombardia valuta il ricorso, ma i margini sono stretti. Martedì 15 assemblea dei sindacati della scuola a Firenze. I renziani protestano

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 9 settembre 2015

Il Veneto del leghista Luca Zaia apre le danze dei ricorsi alla Corte Costituzionale contro la riforma renziana della «Buona scuola» a una settimana dall’inizio delle lezioni, il 16 settembre. «La riforma cancella il ruolo della regione – sostiene Zaia – vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato». La partita è politica: ci sono anche i Cinque Stelle la cui intenzione è fare approvare mozioni-anti Renzi dai consigli regionali. Ci sono riusciti in Lombardia e in Puglia. Alessandro Di Battista ieri ha lanciato un appello ai rispettivi governatori Maroni e Emiliano: «Hanno ancora cinque giorni per ricorrere». All’offensiva ha replicato Francesca Puglisi (Pd): «Il Consiglio Regionale della Liguria ha respinto la mozione del M5S». «È positivo che almeno una regione abbia fatto ricorso. La Lombardia, da parte sua, lo sta valutando – sostiene Valentina Aprea, assessore all’Istruzione della Regione Lombardia – I margini sono piuttosto stretti considerando che la legge della Buona Scuola non va a toccare in maniera troppo evidente le competenze regionali». «Capisco che per Zaia un investimento di 4 miliardi di euro e un piano di assunzioni di 160 mila docenti possa sembrare una cosa strana, visto che quando era al governo del Paese ha contribuito a tagliare 8 miliardi di euro e 125 mila posti di lavoro, ma si può fare». Argomentazioni che non spostano nulla sul fronte dell’opposizione. La battaglia contro Renzi è ufficialmente riaperta. Martedì 15 settembre, primo giorno di scuola in Toscana, a Firenze – città del giglio magico – tutti i sindacati della scuola terranno un consiglio di guerra contro la riforma. In città e provincia sono state convocate assemblee del personale dalle 8 alle 12. è una vera protesta che si replicherà nei giorni successivi in tutta la regione. All’Obihall ci sarà una grande assemblea con docenti e genitori. I renziani sono irretiti. Il movimento della scuola li sfida a casa del capo e per loro questo è inaccettabile: «Non riesco ancora a capire il motivo reale per il quale in tutta la provincia di Firenze il primo giorno di scuola, debba iniziare con uno sciopero, anzi con un’assemblea sindacale quindi retribuita – ha detto Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur –  Purtroppo in questo paese vi sono gli “indignati di mestiere” che in maniera ideologica sono contro il cambiamento e sembrano voler solo il mantenimento dello status quo». Il confronto sarà duro e crescerà di intensità nel corso delle prossime settimane, man mano che la riforma inizierà a dispiegare i suoi effetti.

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