Prima della scadenza entro la quale il team legale di Trump si sarebbe potuto opporre alla mozione per rendere pubblico il mandato di perquisizione per la sua residenza di Mar-a-Lago, alla quale l’ex presidente ha scelto ieri sera di non fare resistenza, è stato rivelato da Politico, che ha visto il mandato, che Trump è sotto indagine per violazione dell’Espionage Act (che proibisce interferenze in operazioni militari e il supporto a nemici degli Usa in tempo di guerra). L’ex presidente è indagato anche per ostruzione alla giustizia e rimozione o distruzione di documenti classificati.
Poco prima, il Wall Street Journal aveva pubblicato una copia dell’inventario di ciò che l’Fbi ha sequestrato dalla sua casa, anche se ancora non si sa con precisione di cosa trattino i materiali classificati. Fra i quali ci sono documenti contrassegnati come top secret e destinati a essere visti solo in strutture governative sicure, ha riferito il quotidiano. Si tratta complessivamente di 11 serie di documenti: 4 classificate come «top secret», 3 come «segreti», e 3 «riservati».

SONO INCLUSI anche i file relativi alla grazia per Roger Stone, collaboratore di lunga data di Trump, un dossier informativo sul presidente francese Emmanuel Macron e almeno una nota manoscritta.
I due scoop seguono quello del Washington Post, un’altra bomba, in cui si citano «persone che hanno familiarità con le indagini», per spiegare che ciò che l’Fbi cercava nella residenza di Trump erano niente di meno che dei documenti riservati relativi alle armi nucleari. Non è ancora chiaro se questi documenti siano stati già recuperati durante la perquisizione, o se i siano relativi agli Usa o a un altro paese.
Poco dopo lo scoop del Post Trump ha smentito la notizia e l’ha fatto nel suo stile: sul suosocial media e gridando alla persecuzione. «La questione delle armi nucleari è una bufala, proprio come lo era la Russia – ha scritto Truth Social – due impeachment erano una bufala, l’indagine Mueller era una bufala e molto altro. E sono coinvolte le stesse squallide persone».

A FARE ECO all’ex presidente sono arrivati i repubblicani della Commissione intelligence della Camera: a quanto pare, la storia del Post non ha cambiato la loro visione di Trump. «Il presidente Donald Trump è il più probabile avversario politico di Joe Biden nel 2024 e mancano meno di 100 giorni alle elezioni di midterm – ha detto in conferenza stampa Elise Stefanik, la numero tre repubblicanaalla Camera – Il raid dell’Fbi contro il presidente Trump è un completo abuso e va oltre la loro autorità». Trump e i suoi continuano a riferirsi alla perquisizione dell’Fbi come a un’irruzione: erroneamente, in quanto era legalmente autorizzata da un mandato approvato da un giudice che, prima di procedere, ha dovuto accertare la probabile causa della commissione di un reato. Non ci sono stati abusi, gli avvocati di Trump erano presenti a Mar-a-Lago durante la perquisizione, e lui stesso è stato in grado di guardare la ricerca dei federali collegandosi da remoto dal New Jersey, dove si trovava, tramite il sistema di telecamere di sicurezza di Mar-a-Lago.
Anche lo sdegno di Trump per l’annuncio del dipartimento di Giustizia di voler rendere pubbliche le ragioni del mandato di persecuzione è chiaramente pretestuoso. I mandati di perquisizione sono generalmente tenuti sotto sigillo per proteggere la reputazione della persona a cui si applicano, ma in questo caso è stato lo stesso Trump a dare la notizia della perquisizione, infrangendo così le sue stesse aspettative sulla privacy, al fine di orchestrare la solita tempesta politico- mediatica per screditare l’indagine e demonizzare il suo nuovo nemico: l’Fbi.