Il tribunale blocca il rimpatrio di 57 bambini ucraini accolti in Italia
Guerra ucraina Dopo il ricorso delle tutrici, Brescia boccia la richiesta mossa dalle autorità ucraine, «senza limiti temporali» e nell'interesse dei minori
Guerra ucraina Dopo il ricorso delle tutrici, Brescia boccia la richiesta mossa dalle autorità ucraine, «senza limiti temporali» e nell'interesse dei minori
Prevale l’interesse dei minori. Si conclude per ora, con un diniego da parte del Tribunale dei Minori di Brescia alla richiesta di rimpatrio, la vicenda dei 57 orfani ucraini che erano stati accolti a marzo del 2022, in fuga dalla guerra, in alcune strutture delle valli bergamasche e che sarebbero dovuti rientrare nel loro paese d’origine nella giornata di domani.
Il tribunale aveva in precedenza firmato, su richiesta del console di Kiev, un decreto che avrebbe costretto un gruppo di bambini e adolescenti originari di Berdyansk, sul Mar Nero, a lasciare le cittadine di Bedulita, Rota d’Imagna e Pontida per ricollocarsi in orfanotrofi al confine con la Polonia e l’Ungheria. Anche il presidente del Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, si era detto favorevole:
«C’era il rischio che perdessero il senso di identità e di appartenenza al proprio paese». Per questo, ha affermato all’agenzia Adnkronos, era necessario «riportarli nell’Ucraina dove sono nati e cresciuti».
Ma la volontà delle persone coinvolte sembra diversa. Molte di queste hanno presentato una domanda di protezione internazionale alla commissione competente e ci sono state segnalazioni che altri soggetti sarebbero in procinto di fare altrettanto.
Inoltre, la decisione iniziale del tribunale è stata contesta dall’agenzia per i rifugiati dell’Onu, la cui rappresentante italiana ha dichiarato a Repubblica: «Il rimpatrio dei minori orfani ci preoccupa per i possibili bisogni e soprattutto per i rischi di protezione internazionale del gruppo che verrà rimandato in un paese invaso e in guerra». Pure Diego Mosca, educatore che si è occupato dei ragazzi, ha espresso una concitata opposizione: «Gran parte dei bambini ha espresso la volontà di restare. Perché interrompere tutto questo?».
Le paure sono anche relative al fatto che le autorità dell’Ucraina, in preda a una crisi demografica causata dal conflitto, stiano ponendo pressioni senza avere troppo a cuore il benessere dei minori e, forse, contando sulla possibilità di mobilitare chi si trova vicino all’età di leva. Ma ora il rientro è sospeso, «senza limiti temporali» – secondo il tribunale – in relazione a tutte le persone interessate, «in quanto gli stessi, sin dal loro arrivo in Italia, costituiscono un gruppo sostanzialmente unitario».
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