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Il Texas sfida Biden: «Niente federali, i latinos illegali ce li deportiamo noi»

Greg Abbott, governatore del Texas, APGreg Abbott, governatore del Texas – Ap

Il governatore Greg Abbott La campagna dei repubblicani per andare alla Corte suprema, piena di toghe trumpiane

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 20 dicembre 2023

Il governatore ultra repubblicano del Texas Greg Abbott ha firmato una disegno di legge estremamente restrittivo, noto con l’acronimo Sb4, che consente alla polizia di arrestare i migranti che attraversino illegalmente il confine, e conferisce ai giudici locali l’autorità di espellerli. La legge, che dovrebbe entrare in vigore a marzo, è in chiaro conflitto di competenza con l’autorità del governo federale, che sarebbe l’entità deputata a stabilire e attuare le leggi sull’immigrazione.

La mossa del Gop texano conferma ciò che sembra ormai essere il loro modus operandi: alzare via via l’asticella delle restrizioni ed entrare in conflitto con Washington, in modo da portare la questione fino alla Corte Suprema, davanti alla maggioranza conservatrice plasmata da Donald Trump.

Abbott e i suoi compagni di partito sembrano mirare ad ottenere la cancellazione di un parere del 2012 che riconfermava la sola autorità federale in materia di immigrazione. La speranza è quella di replicare ciò che è accaduto a giugno 2022 e ottenere una sentenza come quella che ha tolto il diritto federale all’aborto e lo ha messo nelle mani delle leggi dei singoli Stati.

Dopo la firma del disegno di legge, che è avvenuta in una cittadina di confine, Brownsville, Abbott si è scagliato contro Biden accusandolo di «non fare nulla per fermare l’immigrazione illegale». «L’inazione deliberata di Biden ha decimato l’America», ha tuonato il governatore, aggiungendo che da quando l’amministrazione democratica si è insediata, nel 2021, hanno attraversato illegalmente il confine circa 8 milioni di persone. Secondo Abbott la nuova legge non ha alcun problema di costituzionalità ed è un provvedimento necessario per «fermare l’ondata di ingressi illegali in Texas», in quanto il suo Stato è lasciato a «badare a sé stesso».

Non la pensano allo stesso modo le organizzazioni per i diritti civili e i gruppi di difesa dell’immigrazione, in special modo l’American Civil Liberties Union (Aclu), che ha già avvertito che i poteri straordinari concessi alla polizia texana porteranno alla profilazione razziale dei latinos, non solo al confine, ma in tutto lo Stato, e ha già minacciato di citare in giudizio il governatore.

Una risposta è arrivata anche dal Messico, dove il presidente Andrés Manuel López Obrador ha annunciato che farà ricorso: «Vogliamo dire ai nostri cittadini e ai migranti che li difendiamo», ha dichiarato il presidente messicano. Secondo Obrador Abbott «perderà appoggio, perché in Texas ci sono molti messicani, molti migranti». La comunità ispanica del Texas costituisce circa il 40% della popolazione: il Messico confina anche con Arizona, California e New Mexico, ma quello texano è il confine più lungo.

L’inevitabile scontro tra il Gop e amministrazione Biden sul tema dei migranti rischia anche di paralizzare i finanziamenti Usa a Ucraina, Israele e Taiwan in quanto i repubblicani chiedono ai dem, in cambio degli aiuti agli alleati esteri, di accettare queste riforme sull’immigrazione. Biden si è detto disponibile a un compromesso, ma le richieste repubblicane sono così estreme da non lasciare spazio al negoziato nemmeno per i democratici più centristi, e fanno infuriate l’ala sinistra del partito.

Le richieste dei repubblicani vanno viste anche alla luce dell’anno elettorale in corso, e se sono così intransigenti è perché trovare un accordo bipartisan darebbe a Biden una vittoria sia sul fronte della guerra in Ucraina che su quello dell’immigrazione. Al momento i fondi già stanziati per Kiev stanno finendo: l’ultimo milione di dollari di aiuti verrà consegnato entro la fine del mese.

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