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Il sicario di Winding Refn tra horror e citazioni

Il sicario di Winding Refn tra horror e citazioni

Cannes 72 Fuori concorso la prima serie tv del regista danese «Too Old to Die Young - North of Hollywood, West of Hell»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 maggio 2019

Noir con venature horror, creatura ibrida come tutti i lavori di Nicolas Winding Refn, Too Old to Die Young – North of Hollywood, West of Hell è la prima serie tv del regista danese (prodotta da Amazon e creata insieme all’autore di graphic novel Ed Brubaker) presentata a Cannes fuori concorso non con i canonici primi due episodi ma con il quarto e il quinto, a rinforzare l’ «enigma» che per Refn: «È il motore principale della storia: la domanda è molto più interessante della stessa risposta».

IL PROTAGONISTA Martin (Miles Teller) è un agente di una strana versione della polizia di Los Angeles, in cui si tengono deliranti discorsi motivazionali per il personale, a metà fra l’alt right e il finto entusiasmo dei call center. Ma Martin ha anche una vita parallela: è un sicario che uccide le persone «malvagie» – stupratori, assassini – per conto di una setta apparentemente convinta della necessità di «proteggere gli innocenti» di fronte all’imminente collasso della civiltà. Tra i suoi tanti riferimenti, Too Old to Die Young evoca le atmosfere dark ma anche intrise di ingenuità di Night Tide di Curtis Harrington, con il quale nel 1961 debuttò Dennis Hopper e che uno dei personaggi della serie di Refn sta guardando alla tv di un’anonima stanza d’albergo prima di venire ucciso con un colpo di pistola alla testa.

UN GIOCO di rimandi in cui viene omaggiato l’attore scomparso – oltre al suo ruolo in Velluto blu di Lynch, regista a cui più di tutti questa serie è debitrice – e si allude a uno dei titoli, Night Tide appunto, che compone l’offerta della piattaforma streaming fondata dallo stesso regista: byNWR. L’ingenuità di dialoghi e situazioni surreali è però del tutto voluta in Too Old to Die Young: siamo nell’universo fin troppo consapevole di sé di Refn, con le immancabili luci al neon, tappezzerie degne dell’Overlook Hotel, piani sequenza virtuosi e dialoghi rarefatti. E in cui torna anche l’(anti)eroe cupo e solitario interpretato per lui in Drive e Solo Dio perdona da Ryan Gosling, calato qui (con l’espressione altrettanto impenetrabile di Teller) in un mondo pervaso da un senso di catastrofe imminente.

E DOVE i discorsi dei predicatori – come quello che il protagonista incontra in un edificio decadente del New Mexico, dove si trova per giustiziare due pornografi – ondeggiano fra nazismo e occultismo. È così che nelle immagini spesso di pura superficie di Refn penetra un’angoscia che dall’ «ovest dell’inferno» rispecchia anche le sembianze distorte del nostro mondo.

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