Il ddl Nordio procede a piccoli passi in Senato: le opposizioni cercano in tutti i modi di fare ostruzionismo, ma il pacchetto appare comunque destinato a passare con larga maggioranza. A votarlo, infatti, non sarà solo la destra ma, con ogni probabilità, anche i senatori di Azione e Italia Viva si esprimeranno a favore. Ieri, dopo una mattinata di discussione, è passato l’articolo 1, cioè l’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale: l’abuso d’ufficio. I voti a favore della cancellazione sono stati 99, mentre i contrari si sono fermati a 50, con 8 astensioni. Il Senato tornerà ad esaminare il provvedimento – varato a giugno dal governo epoi passato in commissione poche settimane fa – domattina, quando pure è previsto il voto finale. Martedì le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd, M5s e Avs sono state tutte respinte con un unico voto (107 e 56 sì).

Le opposizioni, ad ogni modo, hanno lasciato intendere che andranno avanti fino alla Corte costituzionale. Cassati sin qui tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, cosa del resto avvenuta anche quando la riformina di Nordio era in commissione. «Devo dire che questo Ddl in Parlamento è pure peggiorato perché hanno eliminato quei filtri alle impugnazioni che erano stati introdotti da una riforma del 2022 – ha detto ieri su La7 il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia -, purtroppo il cantiere delle riforme non si ferma mai, quei filtri alle impugnazioni che ponevano ordine agli appelli e invece avremo, con questa riforma, secondo me peggiorata in Parlamento, un numero ancora più ampio di impugnazioni senza quei filtri che esistono un po’ in tutti i sistemi processuali».

Dal Pd Francesco Boccia risponde alle accuse di difendere il reato di abuso d’ufficio quando molti sindaci di centrosinistra sarebbero d’accordo con la sua abolizione: «”I sindaci del Pd la pensano esattamente come i gruppi del Pd e come il Pd. Avere strumentalizzato alcune dichiarazioni pubbliche di singoli amministratori che sono stati condizionati dalle proprie vicende personali e’ scorretto e poco opportuno rispetto ai nostri doveri, necessari per assicurare un processo legislativo dignitoso e all’altezza della sfida».