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Il rogo alle Hawaii, i morti salgono a 80 e ancora si cerca sotto la città bruciata

Il rogo alle Hawaii, i morti salgono a 80 e ancora si cerca sotto la città bruciataLa main street di Lahaina, dopo il colossale incendio – Ap/Rick Bowmer

Stati uniti Anche mille dispersi a Lahaina, nell'isola di Maui. Inutili gli allarmi sui telefonini: l’incendio così rapido da bruciare i ripetitori cellulari

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 agosto 2023

È salito a 80 il bilancio dei morti e almeno mille persone sono state dichiarate disperse nella città di Lahaina a Maui, Hawaii, dove continuano le operazioni di soccorso. Si continua a setacciare non solo fra i detriti e il fumo, ma anche in acqua, dove la Guardia costiera è riuscita a recuperare vive 17 persone che si erano buttate vicino al porto e che sono in condizioni stabili.

Mentre le operazioni di soccorso continuavano a Lahaina, un altro incendio è divampato nella poco lontana città di Kaanapali, contenuto fortunatamente in poche ore. Finora non si sa quanto questo nuovo incendio abbia danneggiato la città, ma secondo la protezione civile Usa, la Federal emergency management agency (Fema), si stima che ricostruire Maui costerà circa 5,52 miliardi di dollari e anni di lavoro.

 SOLO A LAHAINA sono stati distrutti più di mille edifici. In quella zona dell’isola non c’è più energia elettrica, linee telefoniche, acqua e ai costi di ricostruzione e riparazione bisognerà aggiungere le perdite economiche per i locali, molti dei quali fanno affidamento su lavori di servizio forniti all’industria del turismo.

Le autorità di Maui hanno dichiarato che al momento nei rifugi di emergenza ci sono più di 1.400 persone e che uno dei problemi più gravi è quello dell’acqua potabile visto che l’incendio potrebbe aver causato l’entrata di benzene nel sistema idrico,

La domanda principale di queste ore riguarda il ritardo negli interventi di contenimento degli incendi e il procuratore generale delle Hawaii ha annunciato una «revisione completa» su come le autorità hanno risposto a questa emergenza.

Il governatore Josh Green ha detto ai microfoni della Cnn che anche i funzionari statali indagheranno sul motivo per cui le sirene non hanno avvertito i residenti innescando gli allarmi sonori predisposti per questo tipo di emergenza, aggiungendo che le linee di telecomunicazione su cui facevano affidamento quelle sirene sono state «distrutte molto rapidamente» dalle fiamme in rapido movimento.

LA DEPUTATA della Hawaii Jill Tokuda ha dichiarato che l’arcipelago «hanno sottovalutato la letalità e la rapidità del fuoco», e ha aggiunto che gli avvisi di emergenza venivano inviati ai telefoni cellulari, ma durante gli incendi era saltata la copertura cellulare nell’area.

«Non è che i venti della forza degli uragani siano elementi sconosciuti alle Hawaii, o i pericoli della boscaglia secca o le condizioni a cui si fa riferimento quando si innalzano le bandiere rosse. Abbiamo già usato questi mezzi durante gli uragani. Ma la lezione che non abbiamo imparato dagli uragani è che gli incendi possono scoppiare a causa dei venti che portano con loro».

Katharine Hayhoe, la scienziata capo della Nature Conservancy, ha affermato che il maggior ruolo lo ha giocato il riscaldamento globale, che sta essiccando le vegetazione, trasformata in combustibile per gli incendi. «Il cambiamento climatico in se non accende gli incendi – ha scritto Hayhoe su Twitter – ma li intensifica, aumentando l’area che questi bruciano e rendendoli molto più pericolosi».

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