Europa

Il ricatto di Orbàn su Kiev e l’Ue sblocca 10 miliardi

Il ricatto di Orbàn su Kiev e l’Ue sblocca 10 miliardi

Il limite ignoto Comincia oggi il Consiglio europeo: il gioco pericoloso di Bruxelles con l’autocrate. Intanto Zelensky a Oslo riceve nuovi aiuti

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 14 dicembre 2023

Il Consiglio europeo che inizia oggi si preannuncia come decisivo per l’immediato futuro dell’Unione. Al centro dei negoziati della vigilia l’ingresso dell’Ucraina nella Ue mediante una «procedura speciale accelerata». Il premier ungherese Viktor Orbán si è detto contrario e siccome basta un solo voto per bocciare la proposta, i diplomatici di mezza Europa stanno cercando di convincere il leader magiaro con montagne di soldi.

BEN 10,2 MILIARDI di fondi di coesione per Budapest congelati dall’Ue dopo che l’anno scorso il Paese era stato giudicato incapace di dare risposte concrete alle preoccupazioni di Bruxelles sulla situazione dello stato di diritto. Pesano le misure anti-Lgbtq+, la cosiddetta legge «contro la propaganda gay» e la quasi equiparazione di pedofilia e omosessualità, le riforme per porre la magistratura sotto il controllo della politica e l’assenza di pluralismo nell’informazione. Oltre a una politica aggressiva in materia di immigrazione e alle costanti accuse ai «burocrati di Bruxelles», ripetute sui social media da Orbán persino in questi giorni, di voler imporre un modello contrario alla tradizione.

A INIZIO ANNO la Commissione aveva detto basta: alcuni fondi sospesi, altri congelati, altri ancora condizionati a determinate riforme e rimandati a data da destinarsi. Con il progressivo impoverimento della classe media in Ungheria dopo il Covid e l’aumento dell’inflazione quei soldi però sono necessari e la loro assenza si fa sentire pesantemente a Budapest. In un’analisi congiunta di Amnesty e del Comitato ungherese di Helsinki si legge che: «Le soluzioni adottate (in Ungheria per provare a ottenere i fondi, ndr), compreso il loro metodo di adozione, sono improvvisate e violano leggi e statuti, nonché i principi dello stato di diritto. Nonostante le esplicite aspettative di consultazione pubblica e l’obbligo legale di effettuarne, queste non sono avvenute». Dunque «le soluzioni di fortuna offerte dal governo ungherese non possono risolvere le annose preoccupazioni relative allo stato di diritto e non devono servire alla Commissione europea per legittimare le restanti carenze della riforma giudiziaria». In altri termini, non foraggiate un’autocrazia finché non cambia rotta.

EPPURE, è bastata la minaccia di Orbán di far saltare il vertice odierno e di votare no all’ingresso dell’Ucraina per mettere da parte le più che legittime preoccupazioni per i diritti di una parte degli europei. C’è dell’altro, ovviamente. Il Consiglio di oggi e domani si occuperà, oltre che dell’apertura dei negoziati d’adesione per Ucraina e Moldavia, dello stanziamento di un fondo speciale da 50 miliardi di euro e di nuove forniture di aiuti militari a sostegno di Kiev. Si voterà su nuove sanzioni alla Russia (ma su questo sembra si sia raggiunta l’intesa già ieri) e si discuterà della situazione in Medio Oriente, in un contesto che vede Francia e Spagna favorevoli a un cessate il fuoco immediato a Gaza e Germania e Italia astenute.

GENERALMENTE si arriva a questi appuntamenti con la relativa certezza dell’esito del voto. Le concertazioni si svolgono in precedenza e spesso in camera caritatis. Stavolta però Orbán non ha voluto cedere e a un solo giorno dal vertice è arrivato l’annuncio dello sblocco dei fondi. Non è adeguato, ha dichiarato Pedro Marques, eurodeputato portoghese «dare 10 miliardi di euro a Orbán prima del Consiglio, non sappiamo nemmeno se si tratta di una sorta di negoziato per una posizione riguardo all’Ucraina. Questo tipo di gioco politico non è la strada da percorrere con un autocrate».
Diverso il clima a Oslo dove ieri il presidente Zelensky ha incontrato i leader dei paesi nordici che hanno promesso senza indugi nuovi consistenti pacchetti di aiuti miliari ed economici, mentre a Kiev l’ennesimo bombardamento massiccio russo ha ferito 53 persone provocando danni a diverse strutture, compreso un ospedale pediatrico.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento