Il rapporto dell’Aiea sulla missione condotta alla centrale nucleare di Zaporizhzhia ha sollevato malumori sia da parte russa che da parte ucraina. Rafael Mariano Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, lo aveva comunque anticipato: «Ci saranno sempre queste polemiche. Se noi facciamo o diciamo qualcosa che non accontenta una delle due parti, questa dirà sempre che siamo burattini di qualcuno o che siamo stati manipolati».

Il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, tramite l’agenzia Interfax, ha definito insostenibile il documento Aiea esprimendo il rammarico di Mosca per il fatto che l’ispezione non abbia rivolto alcuna accusa all’Ucraina per i bombardamenti che dalla fine di luglio stanno mettendo a dura prova la sicurezza della centrale.

PIÙ DURO È STATO l’ambasciatore russo alle Nazioni unite, Vasily Nebenzya, che ha definito «un’idea frivola» la proposta di Rafael Grossi di «un’immediata realizzazione di una zona di sicurezza nucleare e una zona di protezione».

La Russia ha già fatto sapere di non avere nessuna intenzione di accettare la smilitarizzazione dell’area attorno alla centrale perché significherebbe consegnare la stessa all’Ucraina e aumentare il pericolo di incidenti nucleari. Vladimir Chizhov, Rappresentante permanente della Federazione russa presso l’Unione europea, in un’intervista all’agenzia russa Izvestia, ha fatto sapere che «la smilitarizzazione di questo territorio non farebbe altro che creare ulteriori rischi e minaccerebbe la sicurezza della centrale nucleare».

Meno critico invece il presidente ucraino Zelensky, che dopo aver dichiarato alla vigilia della visita degli ispettori di non aspettarsi molto dalla missione per timore delle manipolazioni di Mosca, ha avuto parole di apprezzamento per il rapporto appoggiando la smobilitazione militare della zona.

IN REALTÀ IL RAPPORTO dell’Aiea non parla espressamente di smilitarizzazione, ma semplicemente di “zona di sicurezza”, termine più accettabile da parte di Mosca, timorosa che l’allontanamento dei suoi militari da Zaporizhzhia possa rappresentare il grimaldello per la riconquista di altri territori da parte dell’esercito ucraino.

LE PAROLE USATE dall’Aiea nella compilazione del proprio rapporto sono state volutamente ambigue per lasciare ampio spazio alle interpretazioni e a successivi colloqui.
Sempre da parte ucraina, il presidente dell’Energoatom, Petro Kotin, sempre in linea con la sua vena polemica nei confronti dei Grossi e dell’Agenzia atomica internazionale, dopo aver fatto notare che il rapporto non imputa alcuna responsabilità alla Russia per i bombardamenti sul sito, ha riferito di aspettarsi «passi concreti e non solo parole di preoccupazione da parte dell’Aiea. Ora che l’inverno è alle porte, l’Ucraina ha bisogno dell’energia della centrale di Zaporizhzhia. Senza di essa il Paese non sopravviverebbe». Kotin ha anche lamentato che nel rapporto non vi sia alcun riferimento alla necessità di riconsegnare la gestione e il controllo della centrale all’Energoatom.

INDIRETTAMENTE è stato lo stesso Grossi a rispondere a Kotin: «Noi non abbiamo la capacità e la possibilità e non è nel nostro mandato richiedere ai russi di lasciare la centrale e riconsegnarla agli ucraini. Quello che noi siamo andati a fare a Zaporizhzhia è di stabilizzare una situazione che sembrava precipitare e diventare ogni giorno sempre più critica». Ieri Grossi era a Palazzo Chigi con Mario Draghi, come parte di un giro di capitali per chiedere all’Onu una zona di sicurezza per Zaporizhzhia.
Il rapporto sulla missione nella centrale ucraina ha rilevato che i bombardamenti subiti dalle strutture interne ed esterne alla centrale, “pur rappresentando una minaccia costante alla sicurezza (…) non hanno scatenato emergenze nucleari” e i “livelli di radiazioni nell’area risultano normali”.

Dalla fine di luglio il conflitto tra Russia e Ucraina nella regione di Zaporizhzhia, e in particolare attorno a Energodar, si è intensificato. I tecnici ucraini hanno fatto notare che questa escalation è coincisa con l’annuncio dato dalle autorità russe ai lavoratori della centrale nucleare, di aver iniziato le operazioni per deviare l’energia prodotta dai reattori verso la Crimea. A questa ipotesi ha risposto il segretario dell’Onu, António Guterres, che durante la sua visita in Ucraina ha detto che l’energia che viene prodotta a Zaporizhzhia appartiene solo all’Ucraina.