Europa

Il peculiare caso dei sindacati baschi 

Lavoro Un alto numero di scioperi sfida l'egemonia neoliberista

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 luglio 2021
Angela Maria Salis DONOSTIA-SAN SEBASTIAN

Secondo quanto emerge da un recente studio, nei Paesi Baschi si registra un elevato numero di scioperi. La predisposizione allo sciopero non segue una tendenza negativa, come nel resto delle regioni spagnole, ma rimane costante, evidenziando la capacità della regione di far fronte all’egemonia neoliberista. I sindacati nazionalisti baschi sono protagonisti della scena. 

Raggiungiamo telefonicamente a Bilbao Jon Las Heras, professore di economia politica dell’UPV/EHU, l’Università dei Paesi Baschi, e autore insieme all’economista Lluís Rodríguez, dello studio citato, intitolato “Hacer huelga para renovar: las estrategias de organización de los sindicatos vascos y el uso de la caja de resistencia” (Fare sciopero per rinnovare: le strategie organizzative dei sindacati baschi e l’uso della cassa di resistenza) e pubblicato sulla rivista British Journal of Industrial Relations. 

ELA e LAB, i sindacati nazionalisti baschi si auto definiscono di “contropotere”, «negli ultimi vent’anni hanno scommesso su una strategia sindacale di confronto» spiega Las Heras, puntando su coinvolgimento e militanza dei propri iscritti e su una dialettica con le istituzioni che partisse dalle rivendicazioni in piazza. 

I due sindacati sono indipendenti economicamente perché gli ingressi che registrano provengono per la maggior parte dalle quote d’iscrizione e non da sussidi istituzionali. 

A differenza di altri sindacati europei, i sindacati baschi, precisa Las Heras, «si negano categoricamente ad accettare sovvenzioni economiche per poter poi offrire un servizio», come per esempio un aiuto alla compilazione della dichiarazione dei redditi o un sostegno nella ricerca di lavoro. L’indipendenza economica gli proporziona maggiore indipendenza politica nel momento in cui devono concordare con le aziende e le istituzioni migliori condizioni di lavoro.

I sindacati baschi si caratterizzano per la forte volontà di essere presenti sul posto di lavoro. ELA e LAB vantano una considerevole rappresentanza, che si aggira intorno al 60%, nelle sedi lavorative del territorio di competenza. 

ELA e LAB sono i sindacati principali e sono in proporzione i sindacati che promuovono più scioperi. Questo dato è di per sé interessante perché riflette una strategia inconsueta. 

Per capire la peculiarità del caso basco e la predisposizione sindacale allo sciopero, bisogna prendere in considerazione due fattori fondamentali: la strategia di contrattazione e lo strumento chiave della “cassa di resistenza”. 

Il gioco negoziale dei sindacati baschi opta sistematicamente per il conflitto come strumento di negoziazione.  

La via del confronto che comporta una maggiore predisposizione allo sciopero, da una parte permette di mantenere una certa indipendenza, e dall’altra è possibile anche grazie a un’indipendenza economica, cercata e ottenuta attraverso un grande lavoro di tesseramento.  

Una percentuale delle quote mensili dei tesserati è destinata ad alimentare un fondo chiamato “cassa di resistenza”. La cassa è uno strumento di solidarietà e serve a sostenere i lavoratori che scioperano per periodi di tempo prolungati. Nel caso di ELA, entra in funzione dopo più tre giorni di sciopero.  La cassa di resistenza permette ai lavoratori di sostenere più giorni di sciopero e di conseguenza di esercitare maggior pressione sulle imprese. 

L’idea di solidarietà che racchiude è in linea con una prospettiva più articolata che i sindacati hanno dell’azione sindacale stessa. Il lavoratore è un soggetto attivo che con la propria militanza porta la dialettica capitale/lavoro nella comunità nella quale vive, tessendo relazioni di solidarietà. Il sindacato, come il singolo, privilegiando la sua attività fuori degli organi istituzionali, predilige la costruzione di alleanze con associazioni femministe, ecologiste e movimenti sociali e promuove, anche attraverso lo sciopero, un meccanismo di rinnovamento e di coscienza sociale. 

Interpellato sulla possibilità che sussista una relazione tra l’elevato numero di scioperi e il livello di benessere basco, il nostro interlocutore risponde che non esiste al momento una risposta chiara.  

Ciò che è certo è che i sindacati tutti si troveranno negli anni a venire ad affrontare diverse sfide. Jon Las Heras ne individua quattro: «i sindacati dovranno ripensarsi in termini internazionali», varcando i confini e unendosi contro le logiche del capitale; «dovranno essere i vettori di un dialogo solidale intergenerazionale, promuovendo la protezione dei soggetti non tutelati; dovranno dimostrarsi il più possibile democratici nel momento in cui dovranno integrare gli interessi dei propri partecipanti e in ultimo, in relazione allo sviluppo tecnologico e all’intelligenza artificiale, dovranno essere capaci di contribuire a coordinarne l’avvento e la sempre più ingombrante presenza affinché tutti i cittadini possano beneficiarsene».

 

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