Una manciata di presenze con l’Ecuador, ma è nato in Colombia, falsificando l’atto di nascita.Ora l’Ecuador e Byron Castillo sono ufficialmente nei guai e si apre per davvero la questione sulla partecipazione della nazionale sudamericana ai Mondiali in Qatar. Il calciatore ha giocato diverse volte con la maglietta della Tricolor ma è effettivamente nato in Colombia (a Tumaco, dove vivono i genitori, anziché a Playa, in Ecuador) e in realtà ha 26 anni, non 22 come rivelano un paio di documenti ufficiali, di cui è in possesso anche il quotidiano spagnolo Marca… Il caso si è aperto con la denuncia alla Fifa di un avvocato della nazionale cilena sulle irregolarità dell’Ecuador, che ha mandato in campo Castillo in otto partite valide per le qualificazioni mondiali. La federcalcio ecuadoregna ha provato a rassicurare la Fifa prendendosi 15 giorni per esaminare il caso. I dovuti accertamenti hanno portato alla conferma della tesi cilena: documento contraffatto, Castillo gioca per l’Ecuador, ma è colombiano. Nonostante ciò, il selezionatore della nazionale ecuadoregna continua a schierarlo nelle amichevoli pre Mondiali, l’ultima contro la Nigeria.

ORA LA DEADLINE per la risoluzione del caso è il 13 giugno. Si gioca il playoff per l’ultimo posto per il Qatar tra Australia e Perù. Qualora l’Ecuador fosse estromesso dalla competizione (come chiesto dalla federazione cilena, perdendo quindi a tavolino le otto gare con Castillo in campo), sarebbe il Perù a qualificarsi direttamente per la Coppa del Mondo, con il Cile ad accedere allo spareggio contro gli australiani. Oppure l’opposto, Perù sempre allo spareggio e il Cile direttamente sul volo per il Qatar. Sarà la Fifa a esprimersi con una sentenza, che è attesa nelle prossime ore. Arriverà di sicuro prima dello spareggio.

SE INVECE non fosse scovata subito la soluzione del giallo, nella vicenda in ogni caso non dovrebbe aprirsi alcun varco per l’Italia di Roberto Mancini, che tra le escluse dai Mondiali è la nazionale con il miglior ranking Fifa (è attualmente al sesto posto nonostante l’assenza in Qatar). Il posto vacante infatti spetterebbe a una nazionale sudamericana, l’eventualità è stata già esclusa nei giorni scorsi dal presidente della Figc, Gabriele Gravina. Nel frattempo sia il Cile, che ha aperto la questione, sia l’Ecuador si sono già attivati per ricorrere in appello qualora la sentenza della Fifa fosse sfavorevole. Insomma, il pasticcio è lì, non può essere smentito e la Fifa, che pure non se la passa bene a livello di immagine con il Qatar che prova in ogni modo a ripulirsi l’immagine di paese che viola sistematicamente i diritti umani, è chiamata a una scelta che in ogni caso avrà ripercussioni.