Il papa: «Difendete il bene comune». Le destre bruciano 40 tonnellate di cibo
Venezuela L'opposizione minaccia: «Impediremo il voto del 30 luglio»
Venezuela L'opposizione minaccia: «Impediremo il voto del 30 luglio»
«La diplomazia è fondamentale, il bene comune ci unisca». Il Papa Bergoglio ha incontrato in Vaticano i componenti dell’organizzazione Italo-Latino Americana, per i cinquant’anni dell’organismo. Breve saluto anche con l’ambasciatore del Venezuela in Italia, Isaias Rodriguez, giurista e vicepresidente della commissione che sta attivando l’Assemblea nazionale Costituente. Rodriguez ha ringraziato il papa per il suo ruolo di mediatore nello scontro di poteri in corso in Venezuela: che incontra ostacoli anche nelle alte gerarchie ecclesiastiche, da sempre schierate con le oligarchie.
PER ORA non s’intravvedono spiragli. Dietro le quinte, ogni schieramento fa le sue mosse, il gruppo di ex presidenti capitanati dallo spagnolo Zapatero è stato portato da 3 a 5, Maduro si dice pronto a ricevere i leader dell’opposizione «in qualunque momento», ma il grosso della Mud sembra puntare tutto sulla via violenta, sui «guerrieri», sull’appoggio internazionale e sul coro unanime dei media mainstream. Per il chavismo, l’Assemblea Costituente, fissata per il 30 luglio, è l’unico modo per rilanciare il dialogo nel paese. Un voto totalmente automatizzato, considerato a prova di frodi da tutti gli osservatori elettorali che hanno assistito alle 20 elezioni organizzate dal chavismo in 18 anni. Il 10 dicembre si svolgeranno anche le regionali.
L’OPPOSIZIONE, però, rifiuta in toto le urne e intende impedire il voto con la violenza. «Bisogna impedire con ogni mezzo ad amici e vicini di recarsi a votare», hanno dichiarato Julio Borges e i deputati di opposizione. «Siamo in una fase di escalation», ha detto il parlamentare di estrema destra, Freddy Guevara, riferendosi alle violenze di piazza. «Seminare il terrore attraverso i linciaggi è parte di una strategia di guerra», rileva l’intellettuale chavista Freddy Nañes.
IL CONSEJO Nacional Electoral (Cne), nel mirino di manifestazioni e scontri, ha chiesto che i seggi e il perimetro circostante vengano considerati obiettivi sensibili per evitare attacchi al trasporto delle macchine: «Impedire il diritto al voto, è un delitto perseguibile – ha dichiarato la rettora del Cne Sandra Oblitas – che democrazia si può proporre se si impedisce il diritto alla partecipazione?»
CHE MODELLO propongono le destre? Dichiarano il paese in crisi umanitaria e chiedono «corridoi» per gli aiuti, ma bruciano i camion di alimenti e i depositi di medicinali. Nello stato Anzoategui sono state incendiate 40 tonnellate di cibo dirette ai negozi sussidiati. Nello stato Aragua, distrutta una stazione per l’erogazione di elettricità.
IERI, la Defensoria del Pueblo ha smentito la notizia secondo la quale il Tsj avrebbe esautorato la Procura Generale dalle sue funzioni. È però in corso un braccio di ferro con la Procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, su cui pende una denuncia per inadempienza. L’udienza è fissata per il 5 luglio. Lei ha fatto appello al Parlamento governato dalle destre, considerato «in ribellione» dal Tsj.
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