«Quando qualcuno che ricopre una carica importante ti dice di fare A, B e C e tu fai in questo modo e poi tutto questo si rivela un buco nell’acqua, una telefonata per mostrare vicinanza mi sarebbe sembrato il minimo. Ma non è arrivata». Lo ha detto all’Ansa Roberto Salis, padre di Ilaria, spiegando di non essere stato chiamato da nessun rappresentante del governo all’indomani della decisione del tribunale ungherese di negare alla 39enne in carcere da 13 mesi gli arresti domiciliari. Una decisione che Ilaria Salis ha dovuto apprendere entrando ancora una volta nel tribunale di Budapest in catene.

Il padre ieri ha scritto a Sergio Mattarella chiedendo un intervento del presidente che «nella mia esperienza – ha spiegato – si è dimostrato l’unico che risponde con senso d’urgenza alle problematiche di un cittadino italiano». Gli ha scritto ancora «una lettera molto asciutta» nella speranza che «smuova il governo italiano».