È morto Renato Greco, maestro gentile di Magistratura democratica
Renato Greco, giudice calabrese di Magistratura democratica, ci ha lasciati. La notizia della sua scomparsa arriva a poche ore dall’evento in cui – a Roma, oggi e domani – Magistratura democratica festeggerà i suoi sessant’anni di vita e di attività come associazione di magistrati.
Nella figura di Renato Greco questa parte decisiva di storia della giustizia italiana trova una sintesi che ci porta ad affiancare alla commozione di oggi la consapevolezza costante che essere magistrati fedeli alla Costituzione (alla visione di progresso che la Costituzione ci offre) è possibile: e, diremmo, doveroso.
Questo dovere Renato Greco lo ha interpretato da giudice del lavoro, il campo in cui a lungo, con la sua preparazione e competenza giuridica, sin dagli anni ‘70, ha fatto sì, insieme ad altri, che le promesse di una stagione riformatrice non venissero schermate o silenziate, a danno dei lavoratori, da atteggiamenti banalmente ossequienti verso gli «alti magistrati» o riduttivamente burocratici nell’applicazione delle norme.
Lo ha interpretato, poi, da presidente del Tribunale di Cosenza e di una sezione della Corte d’appello di Catanzaro, senza immiserire la funzione del dirigente di uffici giudiziari in una logica di comando, bensì «imponendo sempre a tutti rispetto per il solo fatto di essere quello che era e senza avere mai dovuto alzare, anche solo di un tono, la sua voce ironica e gentile», come ha scritto, nel ricordarlo, Emilio Sirianni, altro magistrato calabrese di Magistratura democratica.
Ribadire l’appartenenza a questa regione non è casuale: è un contesto nel quale al rigore morale e professionale si può associare il velo di intelligente ironia che fa parte del meglio del popolo calabrese: caratteristiche alle quali Renato Greco univa, in ogni occasione, mitezza e profondità di pensiero.
Viviamo un tempo in cui qualcuno mostra affettato, esibito o gridato «scandalo» quando un magistrato esercita il diritto e il dovere partecipare alla discussione pubblica e trasparente sulle leggi, sulla giustizia, sui diritti: una risposta ragionevole ben può avere la levità del tratto e la profondità del pensiero, tenute insieme da una tenace passione, per come Renato Greco ci ha insegnato partecipando sempre a quel dibattito. La giustizia italiana, e Magistratura democratica, hanno perso un Maestro gentile.
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