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Il Pacifico ribolle, le strade si sciolgono. Centinaia di morti

Il Pacifico ribolle, le strade si sciolgono. Centinaia di mortiDistribuzione gratuita di acqua a Phoenix, nel sud-ovest degli Stati uniti – Ap

Americhe Caldo record lungo la costa occidentale di Stati uniti e Canada. Manifestazione a Washington: più coraggio sul clima. L’ala socialista dei Democratici chiede a Biden di inserire nel budget le politiche green

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 1 luglio 2021

Da venerdì scorso, durante questa storica ondata di caldo che attanaglia il Pacifico nordoccidentale, in British Columbia (Canada) sono state registrate più di 230 morti. La cifra rappresenta un enorme aumento nei decessi, calcolato in un periodo di quattro giorni. Le autorità canadesi stanno lavorando per capire quante di queste morti siano legate inequivocabilmente al calore.

Nel confinante nord-ovest degli Stati uniti sono stati segnalati almeno 60 decessi, in aumento anche le visite al pronto soccorso: a Washington State, da venerdì a domenica, prima che lo Stato raggiungesse il picco di calore, almeno 676 persone hanno visitato i reparti di emergenza a causa di sintomi legati al caldo.

Una delle principali preoccupazioni causate da queste temperature record è capire quanto gli abitanti di questa regione siano impreparate al caldo estremo. Dalla British Columbia fino al sud dell’Oregon tradizionalmente le temperature non sono alte e le abitazioni così come gli uffici, i negozi, i locali sono attrezzati di conseguenza.

Seattle, la più grande città di Washington State, e Portland, la più grande dell’Oregon, luoghi dove solitamente nelle sere estive avere una sciarpa con sé non fa mai male, si collocano rispettivamente al primo e al terzo posto tra le città con la più alta percentuale di famiglie senza aria condizionata. Proprio in queste zone 20 milioni di persone sono sotto un allarme o un avviso relativo al caldo, in un’area che va dal confine canadese fino quasi a quello messicano.

Già domenica Seattle aveva superato il proprio record di tutti i tempi: i termometri erano saliti a 40 gradi in città, mentre oltre i 3mila metri del monte Rainer, di solito perennemente innevato, raggiungevano i 23 gradi. «Ciò che sta accadendo sembra molto simile a quello che è successo nei primi giorni in cui si è cercato di affrontare l’epidemia di coronavirus – ha detto al Seattle Times il dottor Steve Mitchell, direttore medico del dipartimento di emergenza di Harborview, a Seattle – Siamo arrivati al punto in cui le strutture stanno lottando con le attrezzature di base, come i respiratori». Lunedì 68 dei 223 residenti di Seattle andati al pronto soccorso per il caldo sono stati ricoverati: insufficienza renale acuta, encefalopatia e febbre le cause più comuni dei ricoveri.

L’ondata di caldo con temperature oltre i 40 gradi all’ombra, secondo gli esperti, è causata dal cambiamento climatico e prosegue anche ad est degli Stati uniti. Qui le temperature meno drammatiche si stanno lentamente raffreddando, ma restano comunque sopra la media del periodo, secondo l’ufficio Spokane del National Weather Service.

Lunedì a Washington DC si è tenuta una manifestazione davanti alla Casa bianca, proprio per il cambiamento climatico e centinaia di giovani attivisti hanno chiesto al presidente Biden di assumere una posizione più coraggiosa sul tema. «Non sappiamo come saranno la Camera, la presidenza e il Senato nel 2022 o nel 2024 – ha detto la deputata socialista Alexandria Ocasio-Cortez ai giovani attivisti del Movimento Sunrise riuniti lunedì – Quello che sappiamo è che abbiamo ora un’apertura per affrontare il problema del clima».

Oltre ad Ocasio-Cortez, anche i deputati democratici progressisti Jamaal Bowman di New York e Cori Bush del Missouri sono intervenuti alla protesta, chiedendo più politiche climatiche, tra cui un Civilian Climate Corps interamente finanziato dal governo da includere nella proposta economica sulle infrastrutture.

La crisi del nord-ovest del Pacifico ha fatto da involontario testimonial di questa manifestazione, con il caldo torrido che ha deformato le strade, sciolto i cavi elettrici e registrato decessi anche tra specie animali. Il caldo estremo potrebbe non sembrare un fenomeno così drammatico come gli uragani o le inondazioni, ma il National Weather Service ha specificato di ritenerlo il fenomeno meteorologico più mortale negli Usa negli ultimi 30 anni.

Le aree urbane aggravano ulteriormente il processo di riscaldamento: strade, parcheggi ed edifici coprono i paesaggi naturali e città come Los Angeles e Dallas finiscono per assorbire più calore dell’ambiente circostante, diventando fino a sei gradi più calde.

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