Difende i migranti, minacciato dagli hater
Lampedusa L'odio on line sui profili social della Lega: l'insegnante Teodoro Margarita (saltuario collaboratore del manifesto) dato in pasto ai follower dalla Bestia
Lampedusa L'odio on line sui profili social della Lega: l'insegnante Teodoro Margarita (saltuario collaboratore del manifesto) dato in pasto ai follower dalla Bestia
Teodoro Margarita fa l’insegnante di lingue in un paesino in provincia di Como e collabora con il manifesto. Il 20 agosto era a Lampedusa in vacanza, le telecamere di Local team l’hanno ripreso mentre discuteva animatamente con un gruppetto di leghisti. Il video è stato postato allora sulla pagina ufficiale della piattaforma video. La Bestia, la macchina da guerra che alimenta la popolarità social di Matteo Salvini, lo ha ripescato dopo più di un mese per rinfocolare il flusso di propaganda anti migranti. Mercoledì scorso le immagini vengono postate sulla pagina Facebook del leader leghista con il commento: «Cantatina di “Bella Ciao” a Lampedusa per i porti aperti, il signore aggiunge che quelli che seguono questa pagina (ossia voi) sono tutti ignoranti. Dev’essere un sostenitore del governo del tradimento, auguri!». È un sistema ormai consolidato: si prende un avversario politico o un semplice cittadino e lo si dà in pasto ai follower. Dopo Fb, il post è stato messo su Twitter e Instagram, in modo da raggiungere tutte le fasce d’età.
Ieri alle 13 solo su Facebook aveva avuto 11.232 like, 1.337 condivisioni e 7.773 commenti. Quasi tutte offese condite con minacce di morte. Il video non è integrale, cos’è successo il 20 agosto lo racconta Teodoro: «Stavo andando a fare la spesa, era appena arrivato un barchino con dei tunisini, c’erano le Tv straniere a riprendere. Un gruppetto di sostenitori della Lega si è avvicinato minacciosamente alle giornaliste spagnole urlando “Salvini, Salvini” e poi sempre più aggressivamente “merde, merde!”. È allora che sono intervenuto, temevo che la situazione potesse degenerare, ed è per questo che ho gridato “Todos somos humanos” e poi Bella ciao, che è un inno alla libertà noto in tutto il mondo».
La rabbia allora si è rivolta contro Teodoro: «Avevo la maglietta dell’Anpi, mi hanno detto “toglitela, l’Anpi non dovrebbe esistere” e poi “impiccati”, “ti hanno pagato i comunisti”». Sui social sono arrivate le minacce: «Hanno scritto “buttatelo a mare con una pietra al collo”, “affogatelo”, “nessuno lo ammazza?”. Le ingiurie riguardano il codice civile, le minacce di morte quello penale».
Ieri è andato in caserma dei carabinieri a sporgere denuncia, in molti sulla rete hanno chiesto la sua radiazione dall’insegnamento e non è escluso che possa avere problemi sul lavoro e neppure si può escludere che qualcuno decida di passare ai fatti. «È un fiume d’odio alimentato dai selfie – conclude Teodoro -, è come se dicessero agli avversari “guarda in quanti siamo a insultarti” attraverso un mezzo molto diffuso tra i giovani, che imparano un comportamento da bulli».
La denuncia di Teodoro potrebbe andare a ingrossare il fascicolo che l’avvocato di Carola Rackete sta preparando: l’ex capitana della Sea Watch 3 ha querelato Matteo Salvini, che le aveva destinato lo stesso trattamento sui social. Il leader leghista è stato iscritto a Roma nel registro degli indagati, il fascicolo è stato trasmesso al tribunale di Milano.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento