Il Misa di nuovo in piena, a Senigallia torna la paura
Clima A Senigallia incomincia a piovere nella notte. L’acqua è pesante e violenta, il vento sbatte i rami e trascina foglie e detriti contro i vetri serrati delle case. L’acqua fa […]
Clima A Senigallia incomincia a piovere nella notte. L’acqua è pesante e violenta, il vento sbatte i rami e trascina foglie e detriti contro i vetri serrati delle case. L’acqua fa […]
A Senigallia incomincia a piovere nella notte. L’acqua è pesante e violenta, il vento sbatte i rami e trascina foglie e detriti contro i vetri serrati delle case. L’acqua fa un rumore sordo, rimbomba tra i tuoni che scuotono il colore scuro della notte. Il mare chiama lontano, butta a riva arbusti di campagne vicine e rifiuti passati da spiaggia a spiaggia, avanza sulla costa ingoiando metri e metri di spiaggia.
AL MATTINO IL CIELO è grigio nebbia, compatto: la pioggia cade a tonfi sull’asfalto, sulla terra, sulle case e sulle poche persone che cercano di raggiungere le macchine, il lavoro. Quello che sorprende è il rumore: uguale, pulito, come se seguisse un ritmo preciso. Il problema è che non si ferma, e a poco a poco, quando la città si sveglia e le voci si rincorrono nei vialetti e dentro gli stabili: «il fosso di Sant’Angelo ha esondato», «alla Cesanella ci sono degli allagamenti», «il Nevola si sta gonfiando».
CESANO È PIEGATA dall’acqua, le persone sono per strada. «Di nuovo», dice qualcuno. Come a settembre, quando il 15 l’intensità della pioggia registrata al pluviometro di Cantiano è risultata essere la più intensa degli ultimi dieci anni, e si è trascinata via la vita di 12 persone. Comprese case, macchine, ricordi, ponti e migliaia di parole. Si è detto ancora «mai più», «non è stato dato l’allarme», ma la rabbia è sempre lì che sibila tra le persone, tra un intervento non portato a termine e dimenticanze del caso.
«LA PROTEZIONE civile si è dimenticata di aprire le grate che servono per trattenere i detriti», spiega Laura, indicando una zona di Senigallia ormai diventata una piscina. Casa sua è dietro l’angolo: la giornata è passata spalando il fango dal garage, a portare via bici nuove e tavole da surf, a cercare stivali. A guardare il cielo, a chiamare nei paesini vicini: «Ma piove da voi? Qui è uscito il sole». Un miraggio, quasi: si attende altra acqua.
«Stanotte non dormiremo, si attende un nubifragio peggio di oggi. Siamo stanchi», dice ancora Laura, elencando le alluvioni passate, e le tonnellate di fango spalato. Non ci sono stati gli aiuti promessi, ma bisognerebbe adottare anche «provvedimenti che salvino la psiche delle persone, soprattutto gli anziani». Perché non si può vivere così, con un occhio al cielo e uno al fiume. Renzo sbuffa mentre cerca di sgomberare velocemente il garage già costeggiato dal fango: «Arriva quel momento in cui dicono ‘andate ai piani alti’, ma se non ce li hai?». I muri delle case sembrano poter andare in frantumi da un momento all’altro, il cielo sgretolarsi sotto il peso della sera che scende.
LE PERSONE si muovono silenziose per il corso di Senigallia, ripopolatosi dopo l’allerta. Anche questa volta il centro è stato accerchiato dal fiume Misa, e i negozianti sono stati invitati a chiudere le attività e andare via, improvvisando paratie di legno. «Sono previste delle piogge stanotte, e abbiamo i campi già completamente imbevuti », ha dichiarato il sindaco Massimo Olivetti a ÈTv Marche. Le opere – fatte lungo gli argini – non hanno dato i risultati sperati. «Sono state fatte partire a metà, ritenevamo più logico partire da valle, ma l’acqua dell’interno, non essendo mai uscita lungo il corso, è arrivata tutta da noi». I provvedimenti sono urgenti, «è evidente che la situazione a Senigallia è diventata insostenibile».
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