Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, potrebbe essere costretto a dimettersi. L’accusa è pesante, peculato, e non è la prima volta che Reznikov si trova al centro delle polemiche. Poche ore prima dell’annuncio del quotidiano Ukrainska Pravda, il presidente Zelensky si era scagliato contro la «corruzione delle esenzioni mediche» che hanno permesso a «migliaia di persone» di fuggire all’estero per evitare la coscrizione.

SONO GIORNI complicati per l’Ucraina, dopo aver assistito al graduale aumento dello scetticismo occidentale nei confronti della controffensiva in corso, i vertici di Kiev hanno scelto di passare al contrattacco mediatico utilizzando la riconquista di un villaggio a sud di Zaporizhzhia e il massiccio attacco di droni di mercoledì contro le strutture russe. Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ad esempio, a margine della riunione ministeriale di Toledo, in Spagna, è sbottato: «Raccomando a tutti i critici di stare zitti, di venire in Ucraina e di provare a liberare un centimetro quadrato da soli». Meno assertivo Zelensky, che però è tornato a parlare di «vittoria», alla quale, secondo il presidente, l’Ucraina «si sta avvicinando passo dopo passo». Poco dopo, fonti militari hanno annunciato che i soldati ucraini si stanno dirigendo verso il villaggio di Novoprokopivka, oltre Robotyne, liberata ufficialmente lunedì. Anche il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è tornato ai vecchi toni trionfalistici dopo le voci insistenti che dipingevano il gruppo di comando dell’Alleanza come stanco della mancanza di risultati sui fronti aperti. «Gli ucraini stanno gradualmente guadagnando terreno e quindi è ancora più importante ora sostenerli», ha dichiarato Stoltenberg.

TUTTAVIA, in questa nuova ondata di ottimismo il governo ucraino non può dirsi troppo tranquillo. Uno dei personaggi più in vista dell’esecutivo, il titolare della Difesa, è al centro di uno scandalo che probabilmente lo costringerà a prendere la via di Londra. Secondo la rivista online ucraina Dzerkalo Tyzhnia, infatti, Reznikov avrebbe firmato nel settembre 2022 un contratto con una società turca (intestata a un ucraino) per l’acquisto di 33 milioni di dollari di divise invernali per le forze armate. Il problema è che il prezzo delle giacche al fornitore era di 29 dollari, ma una volta pagate dalla Difesa di Kiev sono costate ben 86 dollari.

COME SE NON BASTASSE, oltre all’illecito, si è poi scoperto che le uniformi erano in realtà estive e quindi totalmente inutili. A gennaio scorso il ministro era stato al centro di una vicenda simile rispetto alle forniture alimentari acquistate a prezzi gonfiatissimi dal suo ministero. In quell’occasione si era difeso dichiarandosi estraneo ai fatti e restando al suo posto. Stavolta, invece, i giornali ucraini scrivono che Reznikov sarà probabilmente inviato come ambasciatore in Gran Bretagna e al suo posto sarà nominato Rustem Umerov, deputato dal 2019 e dall’inizio dell’invasione russa membro della delegazione negoziale ucraina oltre che responsabile del Fondo di proprietà dello Stato ucraino. Dal canto suo, il ministro Reznikov ha respinto le accuse dichiarando che i prezzi delle giacche militari invernali si aggirano tra gli «80 e i 120 dollari» e quindi i 29 dollari dell’inchiesta «sono irreali». Il ministro ha inoltre accusato i giornalisti di diffondere notizie che «fuorviano la società e, cosa peggiore, fuorviano anche i nostri partner».
In precedenza, il presidente Zelensky aveva dichiarato di voler «equiparare la corruzione all’alto tradimento».