Una storia complessa – «molto più di come appare» – quella che racconta la fotoreporter statunitense Nadia Shira Cohen (Boston 1977, dal 2007 vive a Roma), «dove non ci sono buoni e cattivi». Per lei che per la prima volta ha preso in mano la macchina fotografica all’età di 15 anni, nello stesso momento in cui le fu diagnosticato un cancro (proprio l’autoritratto e la documentazione delle trasformazioni fisiche del suo corpo, durante il trattamento, le hanno dato grande forza nel combattere la malattia) la fotografia non è mai fine a se stessa. Con la serie God’s Honey è stata...