Gli Stati uniti hanno proposto alla Russia uno scambio di prigionieri per liberare la cestista Usa Brittney Griner, arrestata a febbraio all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca con l’accusa di contrabbando di droga. Insieme a lei l’ex marine Paul Whelan, arrestato per spionaggio in Russia nel 2018. In cambio gli Usa dovrebbero liberare un cittadino russo, Viktor Bout, uno dei maggiori trafficanti d’armi degli ultimi decenni. Secondo la Cnn la proposta sarebbe stata sostenuta proprio da Biden già a inizio luglio, nonostante la posizione contraria del dipartimento di Giustizia, che non è favorevole agli scambi tra prigionieri.

DURANTE una conferenza stampa il Segretario di Stato Anthony Blinken ha dichiarato che il governo Usa e quello russo hanno discusso «direttamente e ripetutamente» della proposta di scambio, e che a breve la questione verrà sottoposta al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Blinken non ha dato dettagli e non ha nominato Bout come parte nella trattativa, ma gli analisti politici danno per certo il suo coinvolgimento.
Da giugno 2012, Bout è detenuto nella prigione di Marion, Illinois, dove sta scontando una pena di 25 anni per aver venduto enormi quantità di armi a terroristi e criminali di guerra.
Paradossalmente l’informazione più solida che si ha su di lui riguarda il suo soprannome “Mercante di morte”, per il resto la maggior parte delle informazioni su di lui sono avvolte in una foschia di incertezza.
Si ritiene che abbia sui 55 anni, dovrebbe essere nato a Dushanbe, in Tagikistan, ai tempi governato dai sovietici, o forse in Ucraina. Secondo i rapporti, suo padre era un meccanico di automobili e sua madre una contabile, e dovrebbe avere almeno un fratello. «Viktor era il figlio avventuroso – ha scritto il settimanale tedesco Der Spiegel nel 2010 – che copiava canzoni pop vietate per guadagnare un po’ di soldi e imparava da autodidatta l’esperanto nella convinzione che sarebbe tornato utile più avanti nella vita».

Bout parla una mezza dozzina di lingue, è stato un traduttore militare sovietico e ha iniziato la sua carriera nel trasporto aereo all’inizio degli anni ’90 dopo il crollo dell’Urss. Durante la sua permanenza nell’esercito, fu mandato in Mozambico e in Angola per lavorare come traduttore, ma non ci sono informazioni certe sulla sua carriera militare.

BOUT HA AVUTO RELAZIONI commerciali con capi ribelli, presidenti, i libici di Gheddafi, i mujaheddin afghani, emiri sunniti, e con chiunque avesse bisogno di cannoni, munizioni, bombe ma anche prodotti legali e cibo: secondo gli Usa ha fatto da sponda ai servizi segreti russi. L’accusa ufficiale per cui è detenuto è una fornitura di armi ai guerriglieri marxisti colombiani delle Farc. Nel 2005 pare abbia ispirato il personaggio protagonista del film di Andrew Niccol Lord of War, interpretato da Nicolas Cage, la storia di un trafficante di armi figlio di rifugiati ucraini.
Poco dopo la sua condanna nel 2011 con l’accusa di aver cospirato per uccidere cittadini americani, Bout ha trasmesso un messaggio provocatorio attraverso il suo avvocato: «Credeteci, questa non è la fine».