La decisione del tribunale di Catania di non convalidare il fermo di quattro giovani migranti è una sconfessione in piena regola degli ultimi provvedimenti del governo a pochissimi giorni dalla loro approvazione. Uno stop che dalle parti del governo non è stato preso bene e che diventa dunque un ennesimo elemento dello scontro latente tra l’esecutivo e la magistratura. A Palermo, durante il quarto congresso nazionale di Area Democratica per la Giustizia, la notizia si è diffusa in mattinata. «Noi non partecipiamo all’indirizzo politico e governativo. È fisiologico che ci possano essere provvedimenti dei giudici che vanno contro alcuni progetti e programmi del governo. E questo non deve essere vissuto come un’interferenza, perché questa è la democrazia», ha detto ai cronisti il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia.
Sul punto interviene anche Giovanni Zaccaro, magistrato in servizio a Bari, già consigliere al Csm ed esponente di Area.

Al centro, Giovanni Zaccaro

Zaccaro, cosa dice questa «non convalida» da parte del tribunale di Catania?
A prescindere dagli argomenti usati che meritano una riflessione più attenta, mi sembra che questa decisione ricordi a tutti che la libertà personale è inviolabile. E l’autorità giudiziaria è un presidio fondamentale per la sua difesa.

Ovviamente la maggioranza parlamentare ha subito parlato di decisione politica.
I magistrati sono abituati ad assere accusati di fare politica, di essere ideologici… La verità però è esattamente opposta: è la politica che spesso produce norme su norme senza che queste riescano a risolvere le questioni che vorrebbero affrontare. Ed è facile poi accusare i magistrati di assumere decisioni politiche, quando invece è la politica che non si assume la responsabilità di risolvere le questioni, di fare leggi che funzionano ma che, allo stesso tempo, rispettino diritti e libertà fondamentali.

Diranno che il governo ha un mandato chiaro da parte dei cittadini e che le sue politiche sui migranti sono coerenti con quello che hanno sempre detto.
Io sono convinto che se ci fosse un referendum proposititvo su questo tema, la stragrande maggioranza direbbe che bisogna respingere i migranti in mare o ai confini. Ma esistono dei diritti insopprimibili che non possono essere aboliti a colpi di maggioranza; la vita, la dignità, la libertà degli individui non possono essere sacrificati perché così vuole la pancia del popolo. Il titolo del congresso di Area («Il ruolo della giurisdizione nell’epoca del maggioritarismo») vuol dire proprio questo: la democrazia serve a garantire i diritti di chi è minoranza.

E questo è compito della magistratura?
Anche. In questo momento storico, in Italia e non solo, sembra che avere la maggioranza consenta di fare qualsiasi cosa. Ricordo, però, che esistono delle istituzioni di garanzia che servono proprio a tutelare i diritti di tutti. Alla fine la giurisdizione è il potere dei senza potere. A questo congresso vediamo molta vivacità culturale, almeno da parte della magistratura progressista. E ci sono diversi esponenti delle più importanti forze politiche che ascoltano ed intervengono.