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Il grano di Kiev brucia. E il Mar Nero è teatro di guerra

Un silos nella regione di Odessa danneggiato dagli attacchi russi foto ApUn silos nella regione di Odessa danneggiato dagli attacchi russi – Ap

Guerra in Ucraina Missili russi contro il porto di Odessa e minacce incrociate sui convogli. Gli alleati declinano la richiesta ucraina di scorte. Nuovo rapporto del Pentagono sui furti di armi occidentali prima della consegna

Pubblicato circa un anno faEdizione del 22 luglio 2023

Dalla sospensione dell’accordo sul grano di lunedì, le forze armate russe continuano ad effettuare massicci bombardamenti notturni contro le infrastrutture portuali del principale porto ucraino, Odessa. Le autorità locali hanno denunciato danni «importanti» e la distruzione di centinaia di tonnellate di cereali e legumi stoccati.

Secondo Mosca, si tratterebbe di «rappresaglie» per gli attacchi di Kiev sul principale oggetto del contendere della guerra, la Crimea. Dopo l’attacco al ponte di Kerch, gli ucraini hanno lanciato nella notte del 20 luglio altri droni che nel villaggio di Razdolnoe hanno provocato la morte di una minorenne. Ieri sono state anche colpite infrastrutture logistiche nella regione di Belgorod-Dniester. Tutti questi vengono considerati da Mosca quali «atti terroristici».

Con il venir meno dell’accordo, che per un anno ha garantito la sicurezza delle navi mercantili, il mar Nero ridiventa un teatro di guerra. Dopo che giovedì Mosca aveva dichiarato di considerare qualsiasi imbarcazione diretta in Ucraina una «potenziale nave militare», il ministero della Difesa ucraino ha replicato che le forze ucraine possono trattare allo stesso modo tutte le navi dirette ai porti controllati dalla Russia. Su tale scenario, la marina russa ha già condotto delle manovre di preparazione in prossimità delle coste ucraine, in cui missili antinave sono stati provati su bersagli in mare.

Il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha dichiarato il 20 luglio che le forze russe stanno posando ulteriori mine marine sulle rotte verso i porti ucraini. La Casa Bianca ritiene che la Russia stia attuando un piano coordinato per giustificare possibili attacchi contro navi civili nel Mar Nero e incolpare le forze ucraine per gli attacchi.

Il Cremlino ovviamente nega accusando Kiev di nutrire l’escalation. La strategia russa è motivata da due ordini di fattori. In primo luogo vi è una reazione alle decisioni del vertice Nato, dove è stato deciso di istituire in Romania basi aeree per l’addestramento di piloti ucraini ai caccia F-16 che Biden ha promesso a Zelensky.

Come riportato dal portavoce della Casa Bianca John Kirby a Fox News, le consegne dei caccia in Ucraina potrebbero iniziare entro la fine dell’anno, ma è improbabile che cambino il corso della guerra. Nel frattempo, lo Stato maggiore russo sta già valutando se bombardare o meno le infrastrutture romene in questione.

L’escalation della tensione e la minaccia di blocco totale delle esportazioni ucraine esprimerebbe inoltre un interesse russo a ripristinare una qualche forma di accordo per le esportazioni di cereali, secondo i termini che erano stati rifiutati dagli sponsor occidentali di Kiev (in primo luogo accesso delle banche russe al sistema di pagamenti swift, e ripristino delle importazioni dei fertilizzanti ammoniacali interrotti dall’Ucraina all’inizio di giugno). A tal fine Mosca ha anche proposto al Qatar e alla Turchia di avviare uno schema alternativo per le esportazioni, senza riceverne, per ora l’assenso. Per il Cremlino la questione diventa importante in vista del vertice dei capi di Stato Russia-Africa della prossima settimana, dato che molti dei paesi invitati rischiano di subire gli effetti del venir meno dell’accordo.

Dal lato ucraino, è certo che, dato il perdurante fallimento della controffensiva dell’esercito, in cui sono entrate in azione le munizioni a grappolo ricevute dagli Usa, il governo ucraino ha interesse ad allargare il conflitto e la sua rilevanza per il più largo numero di attori internazionali. Il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak ha affermato ieri che Kiev sta premendo sugli alleati atlantici per organizzare scorte militari congiunte a protezione delle esportazioni di grano dai suoi porti del Mar Nero, proposta cortesemente declinata dai partner interpellati della Nato.

Sempre dal lato dei media statunitensi, è emerso ieri un ennesimo rapporto sui furti che le consegne belliche occidentali subiscono in Ucraina prima di essere consegnati all’esercito. La Cnn cita un rapporto del Pentagono i cui ispettori hanno accertato che «gruppi criminali» sono riusciti a rubare armi e attrezzature.

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